La storia di Mirko (incompreso) in balia di nonna Tarzan (ovvero perché la genitorialità oggi è una giungla selvaggia?)

Roberta Cavallo
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Stai educando tuo figlio con la Forza o con il Cuore? (ecco 2 modi opposti per crescere tuo figlio, uno è pieno di spine e l’altro è pieno di amore)
Oggi possiamo tracciare un grande solco fra i due filoni che si approcciano alla crescita del bambino. Da un lato abbiamo il metodo razionale che prevede la decisione suprema della mente dell’uomo su cosa fare, su cosa è meglio per il bambino e che pretende di ottenere subito un risultato immediato. (altro…)

3, 4, 5 figli… Come si può non Impazzire?
Quando si hanno 2-3-4 o più figli si rischia di commettere sviste, un po’ per stanchezza e un po’ perché non si conoscono alternative, che rendono molto più faticosa la gestione di tutta la squadra! Per esempio l’utilizzo continuo di frasi come: “Tu sei più grande, devi capire. Porta pazienza. No, aspetta!” “Possibile?! Non vedi che hai altri tre fratelli??” E il bambino dentro di sé pensa: “Mamma, ma i miei bisogni dove sono? I bisogni dei miei fratelli sono più importanti dei miei?” Ecco 2 conseguenze che potrebbero arrivare: L’AUTOSTIMA DI TUO FIGLIO SCOMPARE… Tuo figlio inizierà a pensare di non valere e di non contare nulla. Questa sfiducia si ripercuoterà a scuola, nell’adolescenza, con gli amici… TUO FIGLIO PERDE LA FIDUCIA IN TE E NELLA FIGURA DEL GENITORE … e quando gli dirai “Ritira, metti a posto” in automatico il suo pensiero sarà: “Perché devo farlo? Perché me l’hai detto tu? Chiedi ai miei fratelli, dato che di solito sei sempre lì col più piccolo…” ALTRI ELEMENTI CRUCIALI PER CRESCERE FIGLI SENZA GELOSIE 1. GIOCHI E CARAMELLE Quando sei al supermercato, cioccolatino o caramella per tutti? Assolutamente sì! Per tutti! E, se diventa necessario, compra i giochi doppi, tripli… (se ogni figlio ha un gioco uguale a quello del fratello non si attiverà la fase guerrigliera “strappagioco”!) Ovviamente dipende molto dall’età dei figli, questi sono suggerimenti generali che ognuno dovrà adattare alla propria situazione. Poi se i bambini sono quattro certo non sarà facile, ma sicuro è possibile usando le giuste strategie. 2. IL TUO EQUILIBRIO INTERIORE Un altro ingrediente fondamentale è l’equilibrio interiore del genitore. Se come genitore sei capace di soddisfare i tuoi bisogni, se hai imparato a gestire la rabbia, se sei soddisfatto della vita che hai, quando è necessario dividersi in quattro “Anche io voglio mamma! Daiiiiii ascolta prima me… Io volevo l’altro gioco…” riesci a farlo senza perdere le staffe. Hai la sicurezza necessaria per poter rispondere “Perfetto! Sono qua. Dimmi amore, sono tutta per te. E anche per te. Vieni che ti abbraccio un po’” Solo se sei un bicchiere pieno puoi donare con calma e pazienza. Se parti già con un bicchiere in deficit e “a secco” che ha bisogno di essere riempito di attenzioni, riposo, tempo per sé, gioco e svago… è inevitabile che il tempo trascorso con i figli (o con i bambini e ragazzi per gli insegnanti, educatori, ecc..) diventa un peso che ti scarica ancora di più invece che essere un momento di vera gioia e condivisione che carica e rigenera. 3. ULTIMA FRECCIA PER TE Prevenire è sempre la soluzione più efficace: quando mamma e papà riescono a essere molto attenti a tutti i figli nei primi anni di vita, fornendo attenzione ai singoli bisogni di ognuno, riescono a non far percepire la mancanza di attenzioni. Come si ottiene questo risultato? Con un’elevata qualità di tempo da dedicare a ciascun figlio. Di conseguenza si attiveranno molto meno gelosie, continue richieste di attenzioni, regressioni del primogenito quando arrivavano fratelli/sorelle, lotte per giochi…

Le 9 frasi che fanno sentire tuo figlio uno “sfigato” (la terza pesa come un macigno ogni volta che viene pronunciata e limita fortemente l’autostima)
Fiumi di parole sono state scritti su cosa fare o non fare con i bambini per crescerli con una elevata autostima e fiducia in se stessi. C’è chi dice che bisogna lodarli, altri che bisogna motivarli, altri ancora che bisogna rimproverarli quando sbagliano, poi è arrivato il rinforzo positivo stile “ammaestramento animali”… insomma i filoni sono tanti. Ma alla fine, nella pratica di tutti i santi giorni in casa, trascorsi fra sveglia di corsa per andare in tempo a scuola, pranzo, compiti (e minacce per finirli), scarrozzamenti vari fra sport o corsi di musica, merenda fatta sul divano sbriciolando ovunque, litigi e botte con la sorella, cena con capricci perché manca l’aranciata a tavola… cosa veramente influenza e condiziona la sicurezza di sé e l’autostima di tuo figlio? Scopriamolo ora in questo breve articolo. L’errore più comune sull’Autostima Sfatiamo subito un grande mito: autostima non equivale a “quanto siamo belli e bravi”, “reggiamo il confronto con gli altri”, “ci potenziamo per raggiungere il risultato”, “ci facciamo il ritocchino o ci gonfiamo i muscoli perché così siamo come…”. Autostima significa auto-stimarsi ovvero conoscere il peso di sé, di quanto e soprattutto di come si vale, nel senso di quali sono e che peso hanno per la nostra vita le nostre virtù e le nostre debolezze. Autostimarsi infatti vuol dire: 👉 essere consapevoli delle cose su cui possiamo contare (particolari abilità, virtù, talenti, passioni) per realizzare i nostri progetti 👉 conoscere quali sono invece le caratteristiche che naturalmente non fanno parte di noi (debolezze, attività che non ci ispirano e non ci appassionano), non sono nostre passioni o talenti innati, e che non potremo utilizzare spontaneamente per la nostra realizzazione, ma che comunque possiamo decidere di imparare e sviluppare con lo studio e la pratica. Il problema è che siamo talmente abituati a basare la valutazione di noi stessi sulla base di canoni esterni, su cosa gli altri fanno e su come gli altri sono, che ci siamo convinti di non valere, di non essere capaci, di non piacere, di essere sempre inadeguati. La buona notizia è che ogni BAMBINO nasce con una DOSE ELEVATISSIMA DI AUTOSTIMA. Lui sa chi è, sa su quali doti può contare, sa cosa vuole e ha una ESTREMA FIDUCIA in sé e nella vita. Anche tu lo sapevi. Peccato che una relazione poco ottimale che non sa come seguire e ASSECONDARE LA NATURA del bambino, mette in campo azioni, parole, emozioni che alterano questo stato idilliaco e propenso alla MASSIMA EFFICACIA insito nel bambino (evento che tutti, o quasi, abbiamo vissuto nella nostra infanzia) Come sono messi oggi bambini e ragazzi in fatto di autostima? Non ci vuole Mago Indovino… Non sono messi mica tanto bene! Molti di loro: 🟠 subiscono lo stress dei voti a scuola 🟠 subiscono lo stress da prestazione eccessiva nella pratica sportiva 🟠 sentono il bisogno di omologarsi alle mode del momento o ai leader sportivi o dello spettacolo sulla cresta dell’onda per sentirsi anche loro importanti 🟠 mancano di rispetto ai loro genitori 🟠 fanno di tutto per denigrare mamma e papà così da sentirsi di valere rispetto al modello di origine 🟠 si sentono degli “sfigati” 🟠 non si piacciono fisicamente 🟠 non amano e bistrattano il proprio corpo 🟠 si vergognano di quello che sentono e di quello che pensano soprattutto se questo differisce dalla banalità della media… Se non vogliamo ricadere nella banalità e nella superficialità di dire: “è colpa dell’allenatore”, “è colpa dell’insegnante”, “è colpa della TV”, dobbiamo porci le seguenti domande: possono le mie parole, le mie azioni e le mie emozioni influenzare l’autostima di mio figlio? È vero che io concorro a creare l’autostima di mio figlio? È vero che è bene che io faccia qualcosa perché i miei figli si stimino? Davvero è timido? Davvero si vergogna? Davvero è un pasticcione? Tuo figlio potrà anche avere il suo temperamento naturale ma… la tua influenza diretta e dell’ambiente esterno tende a forgiare anche la sua autostima. Facciamo qualche esempio con relativo antidoto (tutte frasi non inventate e sentite migliaia di volte dai nostri genitori, da amici, conoscenti, passanti, ecc.). Le 9 frasi che “congelano” la sicurezza di tuo figlio (e la sua autostima) Per rispondere alla prima domanda e darti una soluzione pratica per non limitare l’autostima e la sicurezza di tuo figlio ecco qui una possibile soluzione: semplicemente non pronunciare frasi che fanno sentire tuo figlio svalutato, sminuito. Quindi prima bisogna conoscere le frasi “al veleno” che minato l’autostima e, una volta conosciute, bisognerebbe sostituirle con frasi “antidoto” più efficaci. Se adesso ti stai chiedendo perchè abbiamo scelto di approfondire l’effetto che hanno le frasi pronunciate verso l’autostima di tuo figlio devi sapere che… Le PAROLE hanno un GRANDE POTERE. Da un lato RIFLETTONO I SENTIMENTI, lo stato d’animo, le abitudini e il modo di pensare di chi le pronuncia… dall’altro hanno l’enorme potere di PROGRAMMARE I NEURONI di chi le riceve fissandosi giorno dopo giorno fino a essere assorbiti e a essere UTILIZZATE IN MODO AUTOMATICO. Qui sotto troverai: 👉 9 esempi di “frasi al veleno”, che noi adulti diciamo comunemente e che sminuisce l’autostima e fa sentire… “sfigati”. 👉 La descrizione dell’effetto che la frase potrebbe avere sul bambino. 👉 L’antidoto, cioè cosa potremmo dire o fare in sostituzione per non ferire o condizionare il bambino. NOTA: mentre leggi le frasi è utile chiedersi: io come mi sentirei al posto del bambino? Io come mi sentivo quando me lo dicevano con tono rabbioso e duro? Ora come mi sentirei? 1° Frase al veleno: “Ma sei scemo?!” 👉 Effetto su tuo figlio: Ops!… ero convinto di no… ma se lo dici tu mi fai venire i dubbi Che umiliazione…Che tristezza…Ti sto deludendo… Allora non sono normale, sono proprio scemo 👉 Antidoto: Nessuno è scemo. Cosa vuol dire per te essere “scemo”? Prima di agire, prova a osservare in te cosa ti ha infastidito dell’atteggiamento di tuo figlio tanto da non poterti trattenere e dovergli dire che è scemo (cosa che, siamo certi, non pensi veramente). “Lo so che non lo hai fatto/detto volontariamente”. “Che cosa non ti è chiaro? Che cosa non hai capito?”. “Vuoi che te lo ripeta?” (cerchiamo di mettere in discussione la nostra comunicazione al posto della sua capacità di capire o non capire). Aiutalo a risolvere invece di giudicarlo. 2° Frase al veleno: “Scommettiamo che non ci riesci?“ 👉 Effetto su tuo figlio: Se inizi così proprio tu che dovresti darmi fiducia… Non credi in me e quindi non valgo nulla, non sono capace… Se lo dici tu, ti credo, non ci riuscirò 👉 Antidoto: Perché non dovrebbe riuscirci? “Prova” “Riprova ancora… con calma… dai che ce la fai” “Uhm… secondo te cosa è andato storto? Come potresti fare per riuscirci?” 3° Frase al veleno: “Che disastro!” 👉 Effetto su tuo figlio: Ma stavo giocando! Non è un disastro! Pensavo fosse creatività! Che vergogna!… che umiliazione! E io che pensavo… e io che ero così felice di provarci! Ti ho deluso?!… Non bisogna osare e tentare di fare cose nuove, sbagliare non va bene e fare “disastri” neanche. 👉 Antidoto: Davvero hai messo al mondo un disastro? Disastro è una bomba nucleare, i bambini in Bolivia che lavorano in miniera, un politico italiano è un disastro, l’inconsapevolezza e l’infantilismo degli adulti possono essere un disastro ma di certo non una scatola di pennarelli caduta a terra, un bicchiere rotto, dell’acqua rovesciata, un disegno, vestiti e capelli sporchi di fango, ecc. “Come possiamo pulire?”, “come possiamo rimediare?”. “Ti sei divertito? Adesso vieni e ti dò i vestiti puliti”. “Quanti sono questi pennarelli! Raccoglili/raccogliamoli tutti”. “Ti piace rovesciare l’acqua eh?! Sul tavolo non è il massimo, vieni che ti dò una bacinella e dei bicchieri di plastica”. 4° Frase al veleno: “Lascia, basta…faccio io che facciamo prima” 👉 Effetto su tuo figlio: Ops… sono troppo lento…Non sono capace…Gli sto facendo perdere tempo… 👉 Antidoto: “Prova… riprova… non ti preoccupare… io aspetto” (se non hai tempo trovalo o inizia prima a fare le cose – l’organizzazione e l’anticipo dei tempi sono la prima arma ninja che ogni genitore dovrebbe conoscere). Se invece come spesso accade, capita proprio quando il tempo non è ben organizzato, possiamo garantirti che qualche minuto in più speso per accordarti ai tempi di tuo figlio non comporta un reale ritardo o viene presto recuperato successivamente). “Mentre riprovi io finisco di far partire la lavatrice, se hai bisogno mi chiami”. 5° Frase al veleno: “Non sei capace!” 👉 Effetto su tuo figlio: Davvero?… Non credevo… Ma se lo dici tu… Non sono capace. 👉 Antidoto: Perché questo pregiudizio? Magari ha solo bisogno del tuo aiuto. “Secondo te come mai non riesci?”. “Lo trovi difficile?”. “Prova… Prova ancora”. 6° Frase al veleno: “No! Fermo! Non si fa così!… Ma chi ti ha insegnato?!… Dammi qua…. Così si fa no?!” 👉 Effetto su tuo figlio: Veramente volevo provare… Stavo per farcela… Volevo capire… aspetta!… Volevo riprovare… Va beh… forse bisogna essere più veloci, subito pronti, io proprio non sono capace allora… 👉 Antidoto: Lascia che il più possibile possa sperimentare da solo. Se vuoi correggerlo perché quello che sta facendo è pericoloso valuta la possibilità di farlo con lui riducendo il pericolo o di mostrargli virtualmente le conseguenze senza paura, sgridate o spaventi. 7° Frase al veleno: “Sbrigati! Muoviti!” 👉 Effetto su tuo figlio: Ecco… sono troppo lento… I miei tempi (e quindi io) non vanno bene a mamma e papà… Non vado bene…Non sono efficace… Li deludo = non sono degno di essere amato. 👉 Antidoto: Fai il possibile per adattarti ai suoi tempi. Soprattutto nel primo ciclo settennale (0-7 anni) dove abbiamo il massimo della sperimentazione. Potrai iniziare successivamente una sorta di svezzamento quando ti accorgerai che inizia a prendere in considerazione i bisogni degli altri. Se invece bisogna proprio andare e non c’è tempo: “Tesoro dobbiamo proprio andare… lo so che ti dispiace… finisci di legarle in macchina le scarpe… vieni” (se non ti segue, puoi prenderlo in braccio con dolcezza e portarlo con te). Se ti capita di non avere i tempi allineati con tuo figlio nella quotidianità, ricordati che lui non ha responsabilità e non c’è nessun motivo per sollecitarlo ad affrettare i tempi. Sei tu l’adulto “esperto” di vita che hai bisogno di conoscere i suoi tempi fisiologici e migliorare l’organizzazione famigliare. 8° Frase al veleno: “Non riesco a cavar niente di buono da lui” 👉 Effetto su tuo figlio: Bhè io in me ci credo… in teoria… ma tu la sai più lunga… in teoria… quindi mi devo ricredere… e poi non voglio contraddirti… farò in modo di non deluderti, di confermare quanto dici e di diventare un mediocre. Ok. Da ora in poi mi autosaboterò per confermarti che hai ragione! 👉 Antidoto: Se possibile, evita di dire questa frase. Fai un elenco di tutte le qualità che gli riconosci e concentra la tua attenzione solo su quelle per un po’ di tempo. Domandati da dove arriva la tua frustrazione (forse temi come genitore di non aver saputo far suonare in armonia le sue corde?) Le sue azioni toccano tue ferite aperte? Forse la tua svalutazione? Forse la tua insicurezza? 9° Frase al veleno: “Stavo così bene quando non c’eri…avevo più tempo…Nessuno che mi chiamava ogni secondo…” 👉 Effetto su tuo figlio: Come per la frase precedente, prova a essere al posto di tuo figlio e domandati come potresti sentirti anche tu. 👉 Antidoto: Se stai pensando che è inutile metterti nei suoi panni, che non sarebbe la stessa cosa perché in fondo dici queste parole che ogni tanto ti scappano perché davvero se le merita, davvero occupa con insistenza ed egoismo tutto il tuo tempo e senza motivi seri…. Bhè… ti suggeriamo di domandarti innanzitutto qual è la tua frustrazione che si nasconde dietro (forse eccessiva stanchezza, bisogno di staccare o di evadere, delusione perché immaginavi diverso il ruolo di genitore, delusione perché ti credevi un genitore migliore, più paziente e accogliente, ecc.) e di cercare di risolvere quella. In più ti suggeriamo di approfondire attraverso gli altri nostri testi il tema dell’egocentrismo e del soddisfacimento dei bisogni. Potranno aiutarti a gestire meglio la relazione, a capire meglio tuo figlio senza dover toccare livelli limite che ti portano poi a dire frasi di questo tipo a cui magari non credi veramente. Se invece davvero ti sei reso conto che un figlio era meglio non averlo, adesso c’è e non possiamo piangere sul latte versato o delegare a lui la responsabilità del nostro malessere. Affronta il tuo disagio personale senza coinvolgerlo o accusarlo. Tuo figlio non ti ascolta, fa i capricci, ti sfida e si ribella? Per aiutarti a: 👉 spegnere la rabbia, ritrovare la calma 👉 cominciare ad apprendere il Libretto delle Istruzioni di tuo figlio ho creato un Nuovo Percorso Gratuito di 21 giorni “Smettila di essere un Genitore Infelice, Arrabbiato e senza Tempo” Nei Nuovi 21 Giorni Gratuiti scoprirai: 🟠 Perché tuo figlio non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? 🟠 Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma 🟠 Le 3 linee guida per risolvere i “capricci” e i conflitti a tutte le età 🟠 Come dare regole e limiti senza sgolarti e senza ripetere le cose 134 volte 🟠 Come ricaricare le batterie anche se pensi di non avere tempo per te 🟠 Non mi ascolta: 4 passi per spegnere capricci e disobbedienza Iscriviti ora ai 21 giorni gratuiti: ISCRIVITI ORA >>

Lockdown e Figli: 3 modi per non ri-friggerti nel 2021
Da mesi mi gira e rigira un’ossessione che non mi abbandona e che oggi condivido con te: perché alcune mamme continuano a raccontare che il periodo del lockdown è stato il periodo peggiore della loro vita e che sono arrivate addirittura a non sopportare più i loro i figli mentre… altre continuano a dirmi che per loro non è cambiato nulla, si sono divertiti come matti, ne hanno approfittato per fare ancora di più le cose che facevano prima insieme, ore intere a ridere e giocare ai loro giochi preferiti, fare lavoretti o attività che prima non avevano il tempo di fare…? Come è possibile che per Francesca il 2020 è stato l’anno peggiore di sempre mentre per Marta è stata una preziosa opportunità per stare ancora meglio con i propri figli e in famiglia? Figli fra quarantena, zona rossa e coprifuoco… Ebbene sì, anche se ti sembrerà molto strano: 👉 per alcune mamme stare chiuse in casa fra con i figli è una fortuna, un modo per cementare ancora di più una relazione che già da prima “funzionava” 👉 per altre è un vero inferno fatto di litigi, capricci, urla, nervosismo, pianti, lamentele, sgridate, ripetere 267 volte le stesse cose… Alcune mi hanno anche confidato che per la prima volta si sono pentite di averli fatti nascere, che se sapevano che sarebbe finita così era meglio non fare figli (o adottarli). Naturalmente non voglio innescare un paragone o un sentimento di profonda delusione se per caso in questo momento ti senti o ti sei sentita proprio quella mamma che invece di difficoltà ne ha avute e ne sta avendo parecchie. Voglio soltanto condividere delle riflessioni che possono rivelarsi preziose per tutti noi. 3 aspetti che quasi tutti ignorano Dopo 28 bambini e ragazzi in affido e tutte le esperienze con migliaia di famiglie vissute negli ultimi 14 anni ho compreso che alla fine a fare la differenza sono 3 aspetti che quasi tutti ignorano. E il lockdown e la chiusura forzata in casa ha confermato definitivamente e all’ennesima potenza queste mie osservazioni e scoperte. Eccole qui. 1.Eruzioni vulcaniche (ovvero l’arte di saper restare calmi) Sapere come gestire se stessi, restare calmi e gestire rabbia/nervosismo che inevitabilmente arrivano durante la giornata si conferma essere l’abilità numero 1 sia per la gestione in generale della tua vita e sia per la gestione della relazione con i tuoi figli. Ti devi sempre immaginare come un vulcano con 10 livelli all’interno, dove il livello 0 è la calma zen assoluta e 10 è l’eruzione disastrosa, quella che fa danni molto seri. 🟠 Ogni volta che arriva un imprevisto… 🟠 Ogni cosa che accade e che ti dà fastidio… 🟠 Ogni volta che qualcuno non fa quello che vorresti… il livello di lava sale al tuo interno. E più la lava si accumula e più diventi nervosa, impaziente, irritabile fino ad arrivare al livello 10 dove perdi il controllo, cominci a urlare, sgridare, punire, fare e dire in automatico quello che forse anche i tuoi genitori dicevano e facevano con te da piccola. La capacità di riconoscere quando la lava sta salendo, di gestirla al tuo interno e avere gli strumenti per raffreddarla sul nascere prima che arrivi al livello 10 è quello che io chiamo “il balsamo per l’anima”. Un balsamo che calma, rassicura, rasserena, ti fa sentire finalmente che hai il controllo di te stessa, aumenta la tua pazienza e la tua sicurezza interiore, che sono ingredienti fondamentali per chi oggi è genitore. Ecco perché il lockdown ha fatto esplodere tante famiglie, è stato un vero cocktail esplosivo di: 1️⃣ Paura del futuro, paura di ammalarsi, paura di restare senza lavoro o peggio perdita effettiva del lavoro 2️⃣ Restare chiusi in casa con i figli per un periodo lunghissimo e magari con tutto il bagaglio dello smart working 3️⃣ Restare chiusi in casa con il proprio marito o moglie per un periodo lunghissimo e con la presenza dei figli che amplificano x 100 tutte le dinamiche In questa situazione straordinaria non sapere come gestire la lava interna della rabbia porta inevitabilmente a litigi, incomprensioni, conflitti con i figli e mariti/mogli. È inevitabile che accada e sarà sempre così se non sai come fare. 2. Il manuale (ovvero il Libretto delle Istruzioni) Fiumi di libri sono stati scritti sul tema infanzia/adolescenza e ancora nel 2021 la maggioranza di questi continua a descrivere situazioni che non esistono, soluzioni inventate o tramandate o copiate che non considerano la natura dei figli di oggi e che difficilmente funzionano e soprattutto difficilmente agiscono sulle cause e danno risultati duraturi nel tempo. I figli di oggi sono 10.000 volte più svegli, intelligenti e veloci di noi, e poi: 1️⃣ Vivono e ricevono input da un mondo veloce che fino a 50 anni fa non esisteva fatto di informazioni, schermi, telefoni, videogiochi, internet, youtube, tablet 2️⃣ Sono sensibili, amorevoli, leggono quello che pensiamo e viviamo dentro di noi, hanno idee straordinarie e un’intelligenza fuori dal comune… …e noi cosa facciamo? Ci impuntiamo e vogliamo relegarli con una educazione obsoleta che hanno usato i nostri genitori con noi o che abbiamo sentito usare in giro e che non rispecchia il modo in cui andrebbero aiutati a crescere, e mica perché ci divertiamo, anzi! Lo facciamo spesso perché non abbiamo alternative, perché nessuno ci ha insegnato a pensare al bambino o al ragazzo in maniera diversa, nessuno ci ha dato delle alternative valide e lungimiranti. Vogliamo che stiano fermi e zitti e congelarli come nostro padre faceva con noi o perché crediamo che sia l’unico modo per farli stare fermi. Vogliamo che siano sottomessi e ubbidienti come magari noi eravamo con i nostri genitori o perché così è più comodo per noi gestirli e avere l’impressione che stiamo facendo un buon lavoro. Nella maggioranza dei casi non succederà, tuo figlio si ribellerà, si arrabbierà, non ti ascolterà (e se ti calmi un attimo, ti liberi da tutti i pregiudizi che hai nei suoi confronti e ti metti nei suoi panni potrebbe aver ragione lui) oppure finirà per chiudersi in se stesso, allontanarsi da te perdendo la fiducia nella vostra relazione. Perché? Perché per ogni fase di crescita esiste il Libretto delle Istruzioni, cioè come tuo figlio funziona “dentro” nella testa e nel cuore. E se il libretto prevede che a 5 anni tu spinga il pulsante verde ma tu continui a spingere quello rosso la vostra relazione non funzionerà mai, i “capricci” ci saranno sempre e continuerà a non ascoltarti E il vero problema non è tuo figlio e non sei neanche tu: semplicemente nessuno ti ha detto quale sia il pulsante giusto da premere, la parola giusta da dire, l’atteggiamento corretto da avere, e soprattutto quello che bisognerebbe evitare per non peggiorare la situazione. Senza la conoscenza di come funziona tuo figlio in ogni fase della sua crescita, viaggi senza bussola e senza cartina, ti smarrisci continuamente, non sai cosa fare, viaggi alla cieca senza una chiara destinazione, perdendo un sacco di tempo e non avendo mai la certezza se stai andando nella giusta direzione. Fai una gran fatica senza ricevere quella soddisfazione che come genitore meriti per tutte le responsabilità che ti stai prendendo sulle spalle. Ecco perchè non è possibile crescere i figli di oggi restando aggrappati al vecchio modello di “genitore”. Oggi tuo figlio ha bisogno di un genitore che sia un vero Aiutante Magico, di un adulto che conosce la sua emotività, che lo osserva, che comprende la causa dei suoi comportamenti, che ha le soluzioni, e che sa sempre cosa fare e dire nel momento giusto, compresi no e regole 3. Il tempo cattivone (ovvero l’arte di saper trovare il tuo maggiordomo) L’ultima abilità è la capacità di gestire il tuo tempo, di organizzarti, di saper scandire i momenti e il ritmo della giornata in base all’età di tuo figlio. E dal 2020 si aggiunge anche la piccola sfumatura di sapere gestire il lavoro da casa mentre i tuoi figli sono… a casa!!! Gestione del tempo e organizzazione significa: 🟠 trovare la pace mentale e la serenità anche nel caos degli imprevisti perché sai come organizzare ogni momento della giornata 🟠 avere la sicurezza di sapere sempre cosa fare e di quali sono le vere priorità 🟠 avere figli più calmi e collaborativi perché (anche se ti sembrerà assurdo) sentono e vedono che hanno un adulto che si muove organizzato e sicuro durante la giornata (aspetto che li fa sentire più sereni) 🟠 trasformare il tempo da tiranno che ti ruba i minuti a un vero maggiordomo che ti serve e ti aiuta a ottenere quello che vuoi, a gestire ogni situazione con calma e pazienza Da dove si comincia per apprendere queste 3 abilità da Aiutante Magico? Per aiutarti a: 👉 spegnere la rabbia, ritrovare la calma 👉 cominciare ad apprendere il Libretto delle Istruzioni di tuo figlio ho creato un Nuovo Percorso Gratuito di 21 giorni “Smettila di essere un Genitore Infelice, Arrabbiato e senza Tempo” Nei Nuovi 21 Giorni Gratuiti scoprirai: 🟠 Perché tuo figlio non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? 🟠 Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma 🟠 Le 3 linee guida per risolvere i “capricci” e i conflitti a tutte le età 🟠 Come dare regole e limiti senza sgolarti e senza ripetere le cose 134 volte 🟠 Come ricaricare le batterie anche se pensi di non avere tempo per te 🟠 Non mi ascolta: 4 passi per spegnere capricci e disobbedienza Iscriviti ora ai 21 giorni gratuiti: ISCRIVITI ORA >>

Adolescenti Ribelli e Mamme Preoccupate
Davanti a ragazzi arrabbiati, scontrosi, maleducati ci scandalizziamo, li giudichiamo e li attacchiamo Ma ci facciamo mai assalire dal dubbio e dalla domanda: “dov’erano mamma e papà negli anni precedenti? Cosa facevano o non facevano?” Sicuramente oggi fare il genitore è molto più difficile rispetto a cinquant’anni fa. Questo è sicuro! Dobbiamo metterci l’anima in pace, è più difficile. I ragazzi hanno più stimoli, ci sono più pericoli, è tutto più veloce, si fa fatica a gestire e a tenere le redini di tutto. Proprio per questo è necessario prepararsi prima, sapendo che per raccogliere bene dobbiamo seminare bene. Dobbiamo sapere che la grande responsabilità che abbiamo può essere più dolce e leggera se distribuiamo delle buone azioni fin da quando i nostri cuccioli sono in fasce. È vero: si può rimediare, intervenire, cambiare la rotta anche in navigazione, nel momento in cui io vedo che mio figlio non vede più in noi genitori un riferimento, ha qualche malessere dentro, cerca l’evasione, si ribella… Anche se il malessere giovanile sembra inevitabile, non per forza l’adolescenza deve essere un dramma, anzi. Sicuramente le cose cambiano, è come affrontare un viaggio d’iniziazione, si vivono grandi moti interiori in questa lunga terra di mezzo. Da un lato hanno bisogno di testare le loro capacità: “se io non provo prima a fare qualcosa da solo, come le calibro le mie forze? Come faccio a sapere che davvero ce la farò?” Dall’altro lato sentono ancora il bisogno di ricevere il nostro sostegno, il nostro aiuto, la nostra comprensione e supervisione, anche se non la chiedono. Quindi il gioco sta nel trovare l’equilibrio, cosa che implica capire quanta fiducia abbiamo in noi e, allo stesso modo, quanta fiducia riusciamo a lasciare ai nostri figli. I ragazzi ne hanno un tremendo bisogno: una guida, un riferimento, un punto fermo dover tornare per avere conferme e per capire la direzione e nello stesso tempo la possibilità di camminare da solo, provare, sbagliare, misurarmi ogni volta con maggiori prove e responsabilità. Loro sono pronti ad affrontare un mondo pieno di stimoli e di velocità, siamo noi che dobbiamo metterci un po’ al passo.

Crescere senza CIUCCIO
I bambini possono fare a meno del CIUCCIO Ti sei mai chiesta perché hai comprato il ciuccio? Quando tuo figlio piange, ha bisogno di essere consolato, inizia a mugugnare e lo fa perché ha necessità di comunicarti una difficoltà. E di solito cosa si fa? Invece di soddisfare il suo bisogno (svestirlo un pò se ha caldo, coprirlo sa ha freddo, allattarlo se ha fame, prenderlo in braccio e coccolarlo se c’è stato un rumore) ricorriamo al ciuccio… perché si è sempre fatto così. I VIZI Evitiamo di assecondare il suo bisogno in quel momento e gli mettiamo il ciuccio perché se lo prendi in braccio, se lo coccoli, se sei sempre lì ad accoglierlo e aiutarlo, lo vizi. Il ciuccio in verità è usato così spesso perché di fatto interrompe il pianto del bambino e ci evita un sacco di grattacapi: cos’ha? Come lo calmo? Perché non smette? Gli altri cosa penseranno? La consolazione e le attenzioni possono anche essere fornite dal genitore accogliendo il bambino con le braccia, con le parole, con lo sguardo e soprattutto possiamo convincerci che quando piange non va consolato perché smetta, va capito. E prima o poi, si sa, il ciuccio va lasciato… ed è difficile che il bambino smetta di usarlo subito da solo e senza conseguenze, perché pur non volendo ormai gli abbiamo creato un’abitudine. Ecco 2 indicazioni: 1. SENZA CIUCCIO SI PUÒ Puoi serenamente convincerti che si può crescere senza ciuccio, che da sola sarai in grado di accoglierlo, risolvere le sue difficoltà, soddisfare i suoi bisogni. 2. IL TERRENO È importante prima creare un terreno per facilitare lo svezzamento perché se togli il ciuccio da una parte e dall’altra non fai tu quello che faceva questo pezzo di gomma, allora sì che tuo figlio si dispererà e lo rivorrà a tutti i costi. E quindi: guardalo di più negli occhi; parlagli di più; sii più dolce; prendilo di più in braccio; coccolalo di più; accoglilo, gli chiedi che cosa c’è, lo tranquillizzi dicendogli che va tutto bene. Se tuo figlio non sa ancora parlare, percepisce comunque i tuoi sentimenti. Ti dimenticherai che il ciuccio era indispensabile e anche tuo figlio inizierà a sentirsi appagato dalla nuova qualità della relazione. Inizierà a dimenticarsene e ti accorgerai che avrai imparato a sostituire il ciuccio. Perché come MAMMA sei molto più di un semplice pezzo di gomma!

7 MODI per ottenere Rispetto e Fiducia
Pensiamo che i figli ci debbano rispettare per il semplice fatto che siamo i loro genitori. Perché noi siamo gli adulti, perché ci siamo passati prima di loro e abbiamo già vissuto queste cose. Ci devono rispettare e si devono fidare di noi perché noi parliamo ed è legge quello che diciamo. In verità la fiducia non è uno stato di diritto, ma è un qualcosa che il genitore si deve conquistare. LA FIDUCIA IN 7 MOSSE 1- RISPETTA I BISOGNI DI CRESCITA DI TUO FIGLIO Anche a costo di andare contro alla tradizione e alla cultura del nostro paese, rispettare i bisogni vuol dire che, se un bambino ha la necessità per natura di dormire con mamma e papà per i primi tempi o i primi anni di vita, bisogna farlo, anche se ci hanno sempre insegnato che così LO VIZI. Se i bambini hanno bisogno di accoglimento, di contatto fisico, vanno presi in braccio, stretti, avvolti dalle nostre braccia, anche a costo di “viziarli” (tra l’altro i vizi non esistono). I NO vanno detti, ma con empatia e amore. È necessario dimenticarsi che fino all’altro ieri ci hanno insegnato che “ci vuole polso! Devi essere duro. Deve capire, deve smetterla. Lascialo piangere…” Prima ti liberi da questi “credo” e prima tuo figlio imparerà, anzi apprezzerà e si fiderà sempre di più di te. 2- NON ARRABBIARTI, QUALSIASI COSA LUI FACCIA Cerca di capire, diventa una roccia, impara a gestire le tue emozioni (senza finire nella repressione), resta neutrale. Solo così qualsiasi situazione di difficoltà succeda, tuo figlio sa di potersi fidare di te. Perché tu sei una persona equilibrata, sai rimanere calma anche quando lui fa qualcosa non apposta o sbaglia (all’inizio sicuramente cercherà di provocarti, di farti dei dispetti perché arrabbiato con te), ti sai mettere a disposizione per aiutarlo a superare una difficoltà. Questo sicuramente “ti darà tantissimi punti” 😉 3- NON GIUDICARE Non umiliare tuo figlio con punizioni e sgridate, con i paragoni perché credi che sia più opportuno un altro atteggiamento, che dica cose diverse, che sia un bambino diverso e che faccia proprio come quello con cui lo paragoni, magari un compagno, uno che passa per strada, un fratello… È perfetto così com’è! 4- LASCIA CHE SPERIMENTI LE SUE IDEE … che faccia, che provi e che impari attraverso la pratica. E se facendo per caso sbaglia, inciampa, si rompe qualcosa, gli puoi dare la possibilità di rimediare, invece di accusarlo, punirlo e sgridarlo. “AH capperi! È successo un guaio! Come puoi rimediare?” L’unico vero antidoto all’errore, lo sai anche tu, non è la sgridata, non è la punizione, ma è semplicemente dare, a bambini e ragazzi, la possibilità di rimediare per imparare dall’errore. 5- ASCOLTALO Ascolta le sue motivazioni, quello che prova, sempre, senza giudicarlo, senza sminuirlo, con disponibilità ad accogliere i suoi sentimenti e le sue emozioni, a credere in quello che sta provando, senza dirgli che è sbagliato, senza dirgli che deve essere coraggioso, che non deve fare così e che non deve piangere. Abituati ad accogliere le emozioni, qualsiasi esse siano. 6- NON TRASFORMARTI NEL SUO ZERBINO Come adulto e genitore sai dire di NO quando è ora e soprattutto sai farlo nel modo corretto, rispettando i bisogni di tuo figlio. Il NO è fermo e non diventa Sì (altrimenti sei incoerente). Ma è un NO dolce e allo stesso tempo empatico, disponibile. Tu sei disponibile ad aiutare e a spiegargli il perché, a parlare con lui e sei disponibile ad accogliere eventualmente la sua frustrazione. È normale che un bambino o un ragazzo possano non accettare il tuo No o avere delle resistenze se proprio la volevano fare quella cosa particolare. Chiediti se il No che stai per dire serve e, se poi lo dici, sostienilo e accogli tuo figlio con amore. 7- SFODERA LA FIDUCIA IN TE STESSO Questo punto suggella gli altri. Se credi in te, in quello che pensi, credi in quello che provi, ti accogli e non ti giudichi, dai tu un ottimo esempio che anche lui potrà adottare da subito.

Tempo di qualità con i figli: ecco 4 modi per garantirlo
Presi come siamo dalla nostra frenetica routine quotidiana, abbiamo spesso l’impressione che le giornate scivolino via senza che la lista delle cose da fare si accorci, o senza che riusciamo davvero a goderci i nostri figli! Ma come possiamo migliorare la qualità del tempo dedicato ai figli? Vediamo oggi 4 soluzioni. 1. Non hai tempo per tuo figlio? Soluzione: inverti le priorità Quando torni a casa dal lavoro, magari hai già la testa in cucina: “Che cosa preparo? Quando finisco le faccende domestiche? Quando faccio la lavatrice? Suggerimento: non lasciare il tempo con i figli in coda alla lista! Scardina il meccanismo del “prima il dovere e poi il piacere”: basta poco per farli sentire coccolati e ascoltati. Quando arrivi in casa, fai in modo che il tuo primo pensiero siano loro: “Amore, sono a casa! Non vedevo l’ora di tornare per giocare un po’ con te!” Basta una partita a carte, un gioco da tavolo, prendere un tè con le bambole o una gara di macchinine: anche se pensi di perdere del tempo, in realtà lo stai guadagnando! Perché in questo modo si sentiranno appagati e vi lasceranno più tempo dopo da dedicare alle faccende di casa. Prova e vedrai quanto tempo guadagnerai. 2. Tempo di qualità o quantità con i figli? Soluzione: ritorna bambino Per i bambini e i ragazzi non conta tanto quanto tempo trascorri con loro, ma COME. Se trascorrete insieme anche un intero pomeriggio, ma non li ascolti perché ha la testa altrove o guardi sempre il cellulare, quel tempo non vale molto. Prenditi invece anche solo mezz’ora da dedicare in maniera immersiva ed esclusiva a tuo figlio: stacca il cervello dalle cose da fare e spegni il cellulare. Goditi il gioco e prova a tornare bambino! Si tratta di semplici accorgimenti per instaurare una routine familiare che non dimentichi i momenti piacevoli da passare in compagnia dei figli, chiudendo fuori il mondo e facendo iniziare il gioco! 3. Non lo capisci? Soluzione: mettilo sempre al primo posto Tuo figlio ha bisogno di sentirsi sempre in qualche modo “visto, considerato”. Ha bisogno di sentire che noi siamo interessati a quello che lui fa, a quello che lui dice, che noi lo consideriamo. Ci sono 3 passi che possono aiutarti a migliorare la qualità del tempo che trascorrerete insieme e per farlo sentire al primo posto! Passo 1: occhi Una delle cose migliori che puoi fare è guardarlo negli occhi quando parla. Fermarti un secondo, guardalo negli occhi e ascolta quello che ha da dire. Anche nella tua situazione lavorativa classica, se parli con un collega e lui intanto fa altro, ti senti considerato? Forse non molto? Se lui ti parla mentre fa altro non riesce a connettersi davvero con te, a guardarti negli occhi, ad essere concentrato su di te e sull’emotività che ti accompagna. Non può capire: “Secondo me questa cosa non ti è piaciuta tanto. Ti stai un po’ arrabbiando. Forse ti dà fastidio, ma non me lo stai dicendo”. Senza lo sguardo non si colgono queste cose. E con i bambini è uguale. Spesso noi genitori ci lamentiamo: “Non riesco a capire che cosa prova” Ecco perché. Perché non lo guardiamo abbastanza. Nel momento in cui lo guardi un po’ di più, lo osservi, fai qualche domanda in più guardando che faccia fa, la luce che ha negli occhi, come si muove, che cosa dice… Allora vedrai che diventa tutto più facile. Gli occhi sono lo specchio dell’anima e guardare tuo figlio gli permette di sentirsi amato, accolto, di sentire che lui esiste e che esiste per l’amore di mamma e papà, il vero motore e l’alimento che lui desidera di più. Passo 2: abbassati Abbassati alla sua altezza ogni volta che ti è possibile quando vuoi comunicargli qualcosa. Passo 3: sentimenti Chiedigli spesso come si sente: si sentirà ascoltato e imparerà a sua volta ad entrare in contatto e a riconoscere i suoi sentimenti. Quando rientra da scuola o dalla scuola materna, per esempio, evita di chiedergli: “Come è andata?” (lui si proietta nel fare e nella performance) e chiedigli piuttosto: “Come ti senti? Come sei stato stamattina a scuola?” (si sente messo al primo posto e sente che per mamma e papà è importante innanzitutto lui come individuo e non per quello che fa) 4. Trascorro poco tempo con mio figlio! Soluzione: Organizza esperienze di (estrema) qualità Sarebbe molto comodo avere figli che “dove li metti stanno”, e sappiamo benissimo che il tempo è sempre poco. Ma… quando possibile possiamo giocarci la carta della sperimentazione senza limiti. Infatti i bambini e i ragazzi, per imparare, per crescere, per scoprire come risolvere i problemi quando saranno grandi, per avere fiducia e stima in se stessi, hanno bisogno di fare, di sperimentare, di sporcare e di sbagliare. Non ti preoccupare solo del riordino: poi metteranno a posto, perché tu gli dai l’esempio. Se tu sei ordinato, loro saranno ordinati, se non hai conflitti e lotte di potere con loro, ti seguiranno e se tu pulisci, loro puliranno… I bambini hanno bisogno di sperimentare! Cogli l’invito e prova a non metterli di fronte a una classica lezione da apprendere a memoria e ripetere fino alla noia, prova a metterli davanti a un’esperienza. 👉 Organizza esperienze nuove: portali per esempio in un weekend di viaggio, magari in una fattoria a vedere gli animali, dove sia possibile toccare le bestiole, accarezzare i cuccioli, provare a dar loro da mangiare… 👉 Fagli vivere delle esperienze sensoriali che scatenino in loro la voglia di farti delle domande, di sentirti rispondere ai loro perché, di trovare loro per primi delle risposte. I bambini e i ragazzi non sono dei vasi vuoti. Sono pieni di sapere e il loro nutrimento è dato dall’esperienza, vedere il mondo, toccare con mano. 👉 Quando gli proponi un giocattolo, prova a sostituire un artefatto perfetto, un bambolotto o macchinina che fanno tutto da sé, con dei materiali con cui tuo figlio possa costruire, creare, strappare, incollare, ricucire… Questo sarà un vero insegnamento per la sua vita da adulto. Sperimentando in prima persona impara, già da piccolo, l’unica verità importante: ognuno può plasmare la propria vita. Quindi raggiungere i sogni è possibile, creare, fare delle domande, trovare le risposte dentro di sé… Da dove si comincia per apprendere queste abilità da Aiutante Magico? Per aiutarti a: 👉 spegnere la rabbia, ritrovare la calma 👉 cominciare ad apprendere il Libretto delle Istruzioni di tuo figlio ho creato un Nuovo Percorso Gratuito di 21 giorni “Smettila di essere un Genitore Infelice, Arrabbiato e senza Tempo” Nei Nuovi 21 Giorni Gratuiti scoprirai: 🟠 Perché tuo figlio non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? 🟠 Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma 🟠 Le 3 linee guida per risolvere i “capricci” e i conflitti a tutte le età 🟠 Come dare regole e limiti senza sgolarti e senza ripetere le cose 134 volte 🟠 Come ricaricare le batterie anche se pensi di non avere tempo per te 🟠 Non mi ascolta: 4 passi per spegnere capricci e disobbedienza Iscriviti ora ai 21 giorni gratuiti: ISCRIVITI ORA >>

Le 5 cause che ti fanno sentire un genitore insicuro (la prima da piccolo ti umiliava)
Quali sono i “sintomi” che ti fanno capire che non hai abbastanza fiducia in te stesso? Quali fattori hanno “demolito” la sicurezza e l’autostima che avevi da piccolo? Oggi quali sono le conseguenze nella relazione con tuo figlio se ti senti un genitore insicuro e inadeguato? Ti scriviamo la soluzione a questi tre dilemmi per aiutarti a fare un passo in più verso lo stato di Genitore Stra-Felice. Scopri se non hai abbastanza fiducia in te stesso Vediamo di riassumere, in linea generale, i “sintomi” del genitore insicuro e con bassa autostima di sé: tendi a giudicarti, bacchettarti, lagnarti, paragonarti sei molto duro con te stesso, fai di tutto per metterti sempre in riga e quando sei stanco, quando avresti bisogno di staccare o di divertirti, dici che non è il momento e che ci penserai poi a volte potresti essere con te stesso troppo lassista: ti lasci andare, non reagisci, non trovi nuove strade e nuove soluzioni per toglierti dalle difficoltà secondo il tuo parere ci sono altri che sono sempre più fortunati o più bravi o più capaci o migliori di te potresti notare di prenderti poca cura di te e dei tuoi spazi: dall’igiene del corpo a quello della casa, dalla cura per l’estetica della tua persona a quella per la tua casa (e qui non è una questione di tempo che non hai o di troppo tempo che ci vorrebbe…) può essere che tu dia molta importanza all’esterno e non all’interno: diventa molto più importante quello che pensano gli altri rispetto a quello che senti tu andare bene per te stesso. Quali cause hanno abbassato la tua autostima? Dato che l’autostima non è un qualcosa che si costruisce da zero ma qualcosa che è già nostro a pieno diritto fin dall’inizio, quando l’abbiamo persa? In verità non c’è una data precisa, o un evento particolare. Si tratta di tanti aspetti che riguardano la relazione tra noi bambini e gli adulti che nel tempo, poco alla volta, giorno dopo giorno hanno generato il risultato, ovvero la disistima di noi stessi. Vediamone alcuni: CAUSA 1: PARAGONI Ti paragonavano ai tuoi fratelli o sorelle o ai tuoi compagni di scuola, cugini, vicini di casa, figli di amici, ecc. (senza sapere ahimè che i paragoni umiliano e sviliscono) CAUSA 2: RICATTI E MANIPOLAZIONI Pur di ottenere quello che volevano, tendevano senza rendersene conto a manipolarci e utilizzare ricatti: “se finisci tutto quello che hai nel piatto puoi mangiare il gelato”, “solo se fai il bravo e mi aiuti ti lascio andare a giocare in cortile”, “solo se finisci i compiti guardi i cartoni”. CAUSA 3: SENSO DI COLPA Ti facevano sentire involontariamente in colpa quando ti accusavano di aver fatto male a un amichetto o a tuo fratello o a tua sorella (non sapevano di dover accogliere prima di tutto le tue emozioni e che se qualcosa era accaduto avevi i tuoi buoni motivi). Quando ti chiedevano di salutare o baciare qualcuno e tu non ne avevi nessuna intenzione, quando ti chiedevano di fare il bravo e tu non sapevi bene cosa volesse dire, volevi essere te stesso e quando ci provavi ti accorgevi che non sempre a mamma e papà piaceva e questo ti faceva sentire a disagio, dispiaciuto, sbagliato. CAUSA 4: LASCIAMI STARE UN ATTIMO! Quando ti dicevano “adesso non ho tempo“, “adesso non posso“, “lasciami stare un attimo“, “poi vediamo, adesso non è il momento“, “no, non si può! Punto e basta!“. E mentre lo dicevano vedevi che si irritavano, si arrabbiavano, sbuffavano o giravano gli occhi al cielo, era come se li stessi disturbando, come se fossi un peso. CAUSA 5: DISISTIMA DEI GENITORI Quando i tuoi stessi genitori forse si disistimavano profondamente e anche tu hai assorbito e imitato involontariamente le loro ferite o i loro vuoti (ovviamente loro non hanno colpa perché a loro volta sono cresciuti con genitori con bassa autostima). Le 3 conseguenze nella relazione con tuo figlio se ti senti sfiduciato Se tu per primo hai difficoltà a stimarti, con tutto quello che comporta, è praticamente automatico che tu lo faccia anche con tuo figlio. Magari in forma diversa, ma che comunque tu abbia anche con lui lo stesso atteggiamento di fondo. Senza considerare il fatto che, poiché i bambini assorbono le abitudini e il modo di essere dei genitori, se in te alberga la disistima, può essere che anche tuo figlio adotterà questo modo di percepire se stesso, per assorbimento osmotico. C’è poi una prima grande conseguenza di fondo: tuo figlio si sentirà poco amato e poco accettato (“se non mi amano e non mi accettano loro che sono i miei pilastri, i miei punti di riferimento, le mie guide, quelli che ne sanno più di me, vuol dire che qualcosa di vero c’è di sicuro…”). Di conseguenza, cresce e diventa adulto convincendosi di questa storiella, considerando verità quello che è, invece, un errore mastodontico. Le conseguenze per lui sono le stesse che valgono oggi e che valevano in passato anche per te. Per quanto riguarda poi la relazione in sé, è probabile che: tra genitore e figlio si inneschino più facilmente lotte di potere, che si abbia difficoltà a comunicare e a farlo sul piano del cuore. il bambino, se non si sente accettato per quello che è, se fa fatica a manifestare le sue istanze e le sue volontà perché spesso ha la sensazione che vengano negate o giudicate, ha difficoltà a stimare gli adulti di riferimento, a sentirsi al sicuro e creare sintonia, fiducia e rispetto. a discapito della sua natura, diventa poco collaborativo, non parla con facilità di quello che prova e di quello che pensa. Da un lato sembra chiudersi in se stesso e dall’altro sembra diventare a volte sempre più richiedente, nel disperato tentativo di “recuperare”, di farsi accettare e amare per quello che è. TUO FIGLIO NON TI ASCOLTA, FAI I CAPRICCI, TI SFIDA E SI RIBELLA? Iscriviti al nuovo Percorso Gratuito per: –Risolvere i capricci senza urla o sgridate -Perché tuo figlio rifiuta le Regole, non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? -Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma -Come gestire al meglio il tuo Tempo -Come liberarsi dal Senso di Colpa Vai sul link qui sotto e inserisci la tua email: ▶️CLICCA QUI E ISCRIVITI

Perché i capricci di tuo figlio non sono comportamenti isterici e inspiegabili (e come puoi risolverli senza urla o sgridate)
Come potrebbe cambiare la qualità della tua vita se da un giorno all’altro tuo figlio non facesse più i capricci, se le lotte di potere e i pianti continui terminassero definitivamente e tu riuscissi sempre a capirlo al volo e a prevenire tutti i suoi disagi emotivi? Quanta salute guadagneresti se non dovessi più urlare, minacciare, sgridare e innervosirti per ogni richiesta assurda e fuori luogo? Per esempio quando non vuole lavare le mani o i denti, non vuole fare la doccia, vuole di tutto e di più al supermercato, non vuole riordinare la cameretta, non vuole mangiare quello che hai cucinato, non vuole spegnere la TV? In fondo ogni genitore vorrebbe scoprire cosa scatena i capricci tanto temuti (e come si rivolvono senza urla o sgridate). Sei fortunato perché da noi la risoluzione dei capricci dei bambini era la cosa più “leggera” che poteva capitare e andando avanti nella lettura scoprirai il perché. E se sei un insegnante, un educatore o comunque hai a che fare tutti i giorni con dei bambini questo articolo ti sarà utile perché troverai spunti su come funzionano “dentro” e che ti aiuteranno a comprenderli meglio. Negli ultimi anni abbiamo avuto la conferma da parte di centinaia di famiglie che con le sole informazioni che stai per scoprire in questo articolo hanno risolto definitivamente tutti i tipi di capricci, alcuni nel giro di qualche settimana altri nell’arco di 2-3 mesi. Sì, hai letto bene, qualsiasi tipo di capricci. Perché se si conosce la causa scatenante e se si agisce su di essa, come un laser, tutti i tipi di capricci possono essere risolti. Siamo consapevoli che questa affermazione è piuttosto forte, tuttavia saranno necessari 2-3 minuti per leggere questo articolo, che può cambiare per sempre la tua visione sui capricci e soprattutto sui bisogni reali di tuo figlio. Che cosa sono per te i capricci? Se ti diciamo capricci, a quali comportamenti di tuo figlio li associ? Possiamo immaginare per esempio che probabilmente stai pensando a situazioni di questo tipo: 👉 Non vuole andare a scuola 👉 Non vuole mettersi la maglia di quel colore 👉 Vuole altre caramelle (cioccolata, giocattoli, ecc.) 👉 Non vuole spegnere la tv 👉 Non mi ascolta 👉 Fa sceneggiate 👉 Piange senza motivo 👉 Non mi lascia parlare al telefono 👉 Vuole le mie attenzioni di continuo e se non gliele do inizia a urlare 👉 Non vuole fare il bagnetto o non vuole uscire dal bagnetto 👉 Non vuole mangiare… Ci spiace darti, forse, una profonda delusione, ma siamo costretti a farlo per riuscire a darti una vera visione secondo natura e soprattutto suggerimenti davvero efficaci che siano risolutivi per te ma anche apprezzati dai tuoi figli. Sappiamo che questi atteggiamenti di tuo figlio ti indispongono, ti innervosiscono, non sai come gestirli e, non comprendendone la causa, li puoi considerare spesso dei comportamenti senza senso, delle provocazioni, dei… capricci, appunto. I capricci in verità non sono questo e prima ti allontanerai dall’idea che siano comportamenti eccentrici, egocentrici, isterici, inspiegabili e fuori luogo, e prima ti sarà facile risolverli alla radice. I capricci non sono capricci. Quelli che sembrano capricci sono sempre, sempre, manifestazioni di un disagio o di un bisogno profondo che tuo figlio ha in quel momento. Facciamo un esempio che riguarda noi adulti. Quando ti capita di arrabbiarti, lo fai per partito preso, perché non sai cosa fare o perché hai la sensazione di avere un motivo valido? Quando alzi la voce o ti innervosisci, lo fai per sport o “ti scappa”, c’è qualcosa più forte di te per cui non riesci a fare a meno di comportarti così? Quando hai la sensazione che il tuo compagno o la tua compagna ti trascuri, non ti capisca, credi di avere delle allucinazioni o sei convinto di quello che provi, anche solo per la certezza di sentire emozioni di un certo tipo nel cuore o nella pancia o nella testa? Per tuo figlio è la stessa cosa. Ogni volta in cui insiste, piange, non vuole fare questo o quello, sembra “lagnarsi”, in verità, come accade a te quando ti innervosisci o ti lamenti, ha un motivo per farlo, sente davvero un disagio interiore, sempre. L’unica differenza (a favore del bambino) è che tu sei adulto e hai tutte le capacità emotive (volendo…) e cognitive per ascoltarti, accoglierti e risolvere il problema, tuo figlio invece ancora no. Sono abilità che si acquisiscono per natura crescendo (se tuo figlio è piccolo, se ha anche già 4-5 anni è naturale che non sappia gestire da solo le sue difficoltà) e anche imitando gli adulti attorno a noi che lo fanno (se gli adulti intorno a tuo figlio non lo sanno fare e non lo accolgono e non lo aiutano a risolvere il problema quando è in difficoltà, è più difficile che lui possa imparare). Considerare questi atteggiamenti di tuo figlio semplici capricci non fa che peggiorare la situazione perché rischia di farti entrare in reazione (che significa arrabbiarti, innervosirti, spazientirti, insomma andare su tutte le furie)… …e in generale rischia di farti mettere in campo un comportamento e delle soluzioni del tutto inappropriate che con il tempo peggiorano la situazione perché tuo figlio non si sente compreso e PERDE la FIDUCIA nei tuoi confronti Infatti, tutto quello che fai oggi ha lo scopo di arginare il capriccio, mentre invece quello che dovresti fare è andare ad accogliere e sanare il disagio di un bambino (ovvero la causa scatenante). E allora, cosa sono davvero questi capricci? Vediamo di spiegarlo meglio. Come già ti abbiamo anticipato, dietro ogni capriccio c’è un disagio reale e profondo del bambino. In effetti è così, ma cosa vuol dire veramente? Pensaci un attimo: se davvero tuo figlio riuscisse a risolvere tutte le sue questioni da solo, a dirti sempre quello che prova e quali sono i suoi bisogni, credi davvero che inizierebbe a creare con te delle lotte di potere, a impuntarsi, a piangere? E’ molto probabile il contrario. Infatti, quando lui è sereno, tranquillo, quando si sente ascoltato e capito, proprio come faresti tu, non piange, non urla, non si incaponisce. Se lo fa ha un motivo valido per farlo. I motivi possono essere tanti e diversi tra loro. Hai presente quando per esempio ti chiede una caramella magari quando ha appena finito di mangiare a merenda un bel panino al prosciutto o con la marmellata? Vogliamo proprio partire da questo esempio perché quando entriamo in tema di caramelle e cioccolatini quello che spesso accade è che senza quasi pensarci da parte dell’adulto scatta la classica frase: “Adesso no, non è ora!”. Non siamo certo qui per dirti che bisogna mangiare chili di caramelle a tutte le ore, anzi! Ma adesso non è questo il punto. Quello che invece vogliamo proporti è una semplice riflessione: molto spesso noi adulti, non si sa perché (o ce lo possiamo immaginare…) ai bambini rispondiamo di no a priori, a volte senza un vero e proprio motivo o magari perché siamo solo nervosi per altre situazioni che con nostro figlio non centrano nulla. In questo caso per esempio non è mai capitato anche a te di avere voglia di qualcosa di dolce finito il pasto? Perché noi adulti possiamo dopo il salato aprire l’armadietto e prendere un dolcetto o un cioccolatino e i bambini non possono chiederlo? Questo è solo un esempio, potremmo fartene anche altri, ma l’obiettivo in questo momento è farti riflettere sul punto di vista perché spesso, se ti metti nei panni di tuo figlio e lo prendi in considerazione, scopri di poter dare un nuovo valore alle tue risposte. Quello che vogliamo sottolineare e suggerirti è che davanti alle richieste di tuo figlio potresti come prima cosa domandarti se è proprio necessario dire di NO per un motivo particolare (tuo figlio sta correndo verso una strada molto trafficata dalle auto e non accenna di fermarsi né di vedere il pericolo)… …o se, pensandoci bene, il tuo eventuale SI’ non ha di fatto alcuna controindicazione particolare (a parte forse eventuali dubbi o incertezze dettate dai condizionamenti come per esempio “farò bene?”, “ma non si può avere tutto o averle tutte vinte nella vita, a me hanno insegnato così!”, “e se poi continua a chiedere, chiedere, chiedere, che faccio?”, “e se poi da bambino si trasforma in tiranno, io come riprendo il mio potere su di lui?”). In fondo, che sarà mai una caramella? Che sarà mai mettere una maglietta al posto di un’altra? Che sarà mai non finire quello che c’è nel piatto? Sappiamo che in alcuni casi la situazione è più complessa di come la stiamo facendo noi ora e per questo abbiamo ancora molto spazio a disposizione per dipanare la matassa. Intanto ci serviva mettere questo punto fermo a favore dell’elasticità, di una sana riflessione sul perché facciamo le cose, sul domandarci se è sempre il caso di limitare e dire di NO o se ogni tanto si può essere più morbidi. Questo può essere un ottimo punto di partenza. Inoltre l’utilizzo del tono duro, delle urla, dei divieti comunicati con rabbia e con imposizione non fanno che umiliare tuo figlio, lo fanno sentire inadeguato ma non finisce qui. Infatti le cose vietate sono sempre quelle che vien voglia di fare di più perché il risultato dell’imposizione è lo sviluppo del conflitto con l’autorità che tuo figlio si porterà dietro per tutta la vita (e ti ricordiamo che l’autorità con cui entrerà in conflitto finché non lascia il nido famigliare sarai tu!). Con questo passaggio ti abbiamo in sintesi spiegato una delle cause delle incomprensioni-conflitti fra genitori e figli. L’Anticipo del Bisogno (ovvero si prevengono e risolvono i capricci) A proposito di questo, vogliamo indicarti una via semplice, ma allo stesso tempo risolutiva per i capricci, che nutre anche l’armonia nella relazione con tuo figlio (cosa che invece non fa il metodo “tradizionale”: URLA, PUNISCI, SGRIDA, IMPONI, NON VIZIARLO, COMANDO IO PERCHE’ LUI E’ SOLO UN BAMBINO PICCOLO E NON CAPISCE). Questa via semplice è l’Anticipo del Bisogno. Non si tratta di accettare o non accettare un comportamento sconveniente del bambino. Si tratta di modificare il nostro modo di pensare alla base e di metterci a sua disposizione prendendo in seria considerazione i suoi bisogni, le sue istanze e le motivazioni che lo portano a fare delle richieste, a toccare una cosa che noi non avremmo toccato, ad attraversare la strada senza darci la mano, a non volere un vestito, a non voler uscire, a richiedere insistentemente regali o dolci da mangiare, ecc. L’anticipo del bisogno è un modo “a priori” di comportarti che può evitare molti degli atteggiamenti “capricciosi” di tuo figlio. L’Anticipo del Bisogno in pratica L’anticipo del bisogno non è prostrarsi al servizio dei figli e dare loro tutto quello che vogliono ancor prima che lo chiedano. Sarebbe deleterio per la crescita affettiva del bambino: avere tutto senza aver sentito interiormente lo stimolo, il desiderio di possedere che attiva tutta una serie di risorse che lo aiutano a sviluppare la volontà, la capacità di andare a prendere quello che desidera, di creare strategie, ecc. In più, il genitore che ha questo tipo di atteggiamento sottomesso rischia di mostrarsi debole, lassivo e di perdere il proprio ruolo agli occhi del figlio. Se il bambino non percepisce il genitore come colui che è in grado di rivestire in modo adeguato il proprio ruolo, perde il senso di sicurezza, si attivano le paure e inizia a mancare la fiducia. L’Anticipo del Bisogno è quella particolare attenzione del genitore che ascolta le richieste emotive del figlio, che le soddisfa qualora il bambino le provi interiormente, che le viva o che le senta come bisogni e desideri ma non sia in grado di esprimerle verbalmente (perché troppo piccolo o perché non abituato a chiedere, a verbalizzare o a esprimere i suoi bisogni). Dopo aver ascoltato o percepito la necessità o la volontà del bambino, l’adulto che mette in pratica l’anticipo del bisogno, senza remore asseconda il bambino dando quanto richiesto. Ti facciamo un esempio. Potremmo fartene tantissimi. Durante la lunga e intensa esperienza di affido familiare, quando eravamo responsabili di bambini con forti carenze affettive, l’anticipo del bisogno diventava un vero e proprio salva vita. E oggi riceviamo conferme dalle migliaia di famiglie di leggono i nostri libri e applicano queste conoscenze tutti i giorni con i loro bambini. I primi esempi che ci balzano alla mente riguardano il piccolo V. Dal diario di Roberta: la pistola e le bolle di sapone Con grande dispiacere di V. bisogna sospendere il gioco quando ci sarebbero stati ancora tanti esperimenti da fare e la voglia di giocare con le bolle sarebbe stata ancora tanta. A V. dispiace molto che l’acqua saponata sia finita e ne vorrebbe ancora. La mattina seguente esco per fare delle compere e rientro con una sorpresa: ben 2 botticini di bolle di sapone! (2 euro spesi). V. è contentissimo e continua a giocare con le bolle finendo i botticini. Il mattino seguente esco nuovamente e rientro con un altro botticino di bolle (1 euro speso). V. è un bambino di 11 anni che vive in un orfanotrofio bielorusso, non sa chi sia suo padre, alla madre è stata tolta la patria potestà, vede e frequenta di tanto in tanto la nonna. Da 3 anni per 3 mesi all’anno viene ospitato in Italia da una famiglia che si prende cura di lui e che conosco molto bene per stretto legame di parentela. Quando V. è qui in Italia ogni occasione è buona per me per frequentare la famiglia in modo da “dare una mano” data la mia esperienza e, spesso, trascorro diversi giorni e a volte settimane intere con lui. Ti premetto che le persone attorno a lui hanno sempre trovato che fosse molto difficile da trattare: “Non sta fermo un attimo! Se ci sono altri adulti o bambini con noi, inizia a fare il diavolo a quattro! Non ascolta! Ah, non so come faremo! Certo che ci vuole molta pazienza! Vuole mangiare solo pasticci, si ingozza di caramelle, cicles” (ovvero chewing gum – la famiglia ha origini piemontesi e qui le gomme da masticare si chiamano cicles). La scorsa estate V. ricevette in regalo una pistola spara bolle di sapone. Lui era un appassionato di bolle di sapone… Dopo circa 2 orette le due bombolette di acqua saponata finiscono e la pistola si inceppa e non spara più. V. è sempre felicissimo, ma questa volta mi dice: “Grazie, grazie, ma adesso basta, non comprarne più!”. Se questo esempio non ti basta posso ancora raccontarti quello che ci succede al supermercato il giorno in cui V. arriva dalla Bielorussia. So che potresti pensare che andare al supermercato il primo giorno, con tutti i bisogni insoddisfatti che ha, sarebbe un vero suicidio per il portafoglio e per il suo stomaco (è un bambino che ama – o amava – compensare i vuoti affettivi con i dolciumi). Se mi segui da un po’ o hai letto uno dei miei libri sai che sono un’anticonformista e quando sono sicura di quello che faccio, agisco punto e basta. Quindi, rientrando dall’aereoporto… supermercato! V. mi aiuta a pesare la frutta e la verdura, scegliamo anche tutto quello che a lui piace e quando mi dice basta io aggiungo uno o due frutti in più. Ovviamente prima o poi arriviamo al reparto caramelle e dolciumi al cioccolato. Che fare? Non sono il tipo che fa finta che questo reparto non esista, né cerco di distrarre il bambino perché non lo veda, né mi affanno per passarci attraverso velocemente dicendogli che non abbiamo più tempo. Con grande serenità affondo le ruote del carrello lungo il filare tanto temuto dagli adulti e dico a V. che può prendere le caramelle che più gli piacciono. Già solo in questo modo V. non ha bisogno di riempirsi voracemente le braccia di pacchetti da svuotare nel carrello ma li sceglie accuratamente guardandomi quando un pacco ha attirato la sua attenzione per avere il mio assenso che naturalmente gli concedo. Prende in questo modo 2 o 3 pacchetti e poi arrivo io. Guardo e riguardo le varie forme, gusti e colori e ne tiro fuori qualcuno domandandogli quale vuole ancora. In questo modo a volte ne sceglie ancora uno a volte mi dice che va bene così. In entrambi i casi lo guardo con sguardo ammiccante, torno indietro e prendo ancora un pacchetto o due delle sue preferite e lo metto furtivamente nel carrello. Lui mi guarda, piega la testa da un lato e mi sorride… A questo punto, arrivati davanti alla fila dei giocattoli i suoi bisogni sono già molto appagati (anche perché per tutto il tempo ho sempre interagito con lui senza dargli modo di annoiarsi e senza lasciare scampo a tutti quei pacchi di biscotti, merendine e bibite che contendevano con me la sua attenzione – il mio obiettivo non è manipolarlo perché non veda i biscotti ma divertirmi con lui e non farlo annoiare) e V. quasi non ci fa caso. Mi fermo io, guardo i giochi (tutte piccole cosette di importo fra i 3 e le 20 euro circa) e gli chiedo se c’è qualcosa che possiamo prendere per giocare insieme e lui mi risponde di no, che abbiamo già altre cose a casa e che possiamo usare quelle. Voilà! Ci tengo a precisarti che le prime volte in cui arrivava in Italia le caramelle non bastavano e “scappavano” anche almeno 2 giochini. Tutti acquisti iniziali che mi permettevano di iniziare a sanare subito un bisogno e un vuoto (ero quasi costretta a farlo con cose materiali per stare inizialmente dietro alla sua abitudine di veder compensati i vuoti affettivi con oggetti o cose da mangiare, come a molti bambini oggi capita) così da avere la strada molto più in discesa nei giorni successivi. A oggi invece, proseguendo in questo modo a piccoli passi, le sue richieste sono pari a zero. Anche lui comunque ha spesso richieste che consideriamo costose e inutili. Per esempio per Natale ha ricevuto due confezioni di giochi Lego: la stazione di polizia e la stazione mobile (lui adora giocare a inseguire ladri e malfattori, vorrebbe fare il poliziotto sugli elicotteri, ecc.). In due soli pomeriggi ha costruito tutti e due i giochi e per sere intere ci ha giocato, poi smontato e rimontato, poi costruito e disfatto divertendosi. Su internet abbiamo poi visto costruzioni simili e lui, trascinato dall’entusiasmo, ne ha chiesti altri. Cosa facciamo? Seguendo l’anticipo del bisogno gli compro tutto quello che chiede? No. Perché quello che conta davvero è il principio che sta dietro l’anticipo del bisogno e anche quando lo metto in pratica non mi dimentico mai del buon senso, dei limiti e della misura. E dunque cosa fare? Quel giorno gli ho risposto così: “ti piace quella super macchina trasformabile? Guarda (indico il cestone pieno di pezzi di Lego), guarda quanti pezzi abbiamo! Scarichiamo le istruzioni per montarla da internet (ci sono davvero) e la costruiamo con tutti questi pezzi che abbiamo nel frattempo”. Così abbiamo fatto, ci siamo impegnati e divertiti e il suo bisogno è stato soddisfatto senza spendere quasi cento euro per quell’affare che aveva appena visto e che tra l’altro non ha più chiesto. In più V. ha imparato che è possibile soddisfarsi con quello che si ha e che il punto non è avere, avere, avere, accumulare, accumulare, accumulare avidamente (come le sue carenze affettive e la sua cultura di estrema povertà lo porterebbero a fare), ma soddisfare i propri bisogni, imparare e divertirsi indipendentemente dagli oggetti a disposizione. Nota: ho evitato di dire frasi del tipo: “Non ce lo possiamo permettere, ne abbiamo da poco comprati due, ma sei fuori, con quello che costa, non ho la macchina che fa soldi, non ti sembra di esagerare, chi troppo vuole nulla stringe”. Il risultato sarebbe solo stato solo quello di infierire sulla sua autostima, di trasferirgli queste frasi “non felici” e condizionanti che lui poi avrebbe utilizzato da grande a sua volta. Che c’è di tanto strano nel fare questo? Non sembra una grande novità o un qualcosa di particolarmente speciale! Eppure, i nostri preconcetti, l’educazione che abbiamo ricevuto nell’infanzia ci impediscono spesso di superare questo nostro personale limite mentale (che non è neanche nostro ma lo abbiamo assorbito dai nostri genitori). È facile farlo, è semplice e veloce vederne i risultati, ma sappiamo che all’inizio può richiederti un piccolo sforzo raggiungere questa elasticità e questa fiducia nelle conseguenze positive. In verità, se osservi il comportarsi di molti adulti, come già ti anticipavamo, molto spesso il no di fronte alla richieste dei bambini la fa da padrone, anche quando non ci sono dei motivi reali. Cosa succede a tuo figlio se lo giudichi In più, altrettanto spesso, il dare dell’adulto è molto più simile a un concedere, accompagnato da commenti, giudizi e limitazioni: “Adesso non ho tempo, smettila!” “Solo uno!” “Scegli, perché tutti non è possibile” “No, non toccare!” “Fermo! Non correre! Mamma mia, mi fai disperare!” “No, lì no! Vedi che non capisci!” “Ma ti sembra il caso?” “Cosa ci farai mai con tutti questi Lego?!” “Ma guarda che tutte queste caramelle non vanno bene!” “Te lo sei meritato?” “Adesso no, non lo meriti con tutto quello che combini” Queste frasi pronunciate da mamma e papà, che in teoria dovrebbero essere per il bambino fonte di comprensione e di abbondanza, risultano essere per lui un messaggio contraddittorio e deludente: “Ma come? Tu che sei qui proprio per capirmi, aiutarmi e soddisfarmi, mi dici che non è vero che quello che sento ha un riscontro nella realtà. Allora mi devo sentire inadeguato, sono un bambino incapace, perché tutto quello che desidero poi non può avvenire…. Che delusione…”. Siamo arrivati ad un passaggio importante. Inizi a vedere da dove arriva il pessimismo degli adulti di oggi? La sfiducia in se stessi? L’incapacità di provare a realizzare i propri sogni?! Quello che vogliamo suggerirti con l’anticipo del bisogno è di mostrarti più disponibile e accondiscendente, meno sospettoso e meno rigido. Spegnere la Tv con urla e minacce o spegnerla senza capricci? Per esempio, se sai che all’ora dei cartoni animati ogni volta è un tira e molla, perché non lasciare qualche minuto in più se sai che tuo figlio lo desidera? Di solito lo scenario è questo: Approccio 1 Colpevolizzante e Tirannico (e sangue che ribolle del genitore) “Alberto spegni e vieni a tavola…. Dai spegni…. Hai sentito? Ti ho detto di spegnere!… Ma ti vuoi muovere, lo fai apposta!?…. Adesso basta! Spengo e domani non la guardi più!”. Il tutto condito dall’aumento del volume della tua voce, della temperatura corporea, della tensione, della rabbia e anche di incomprensione e senso di inadeguatezza del bambino. E’ giorno dopo giorno si alimenta il conflitto con l’autorità-genitore che poi proseguirà in modo più forte nella fase adolescenziale. Approccio 2 con Anticipo del Bisogno (e calma e tranquillità del genitore) “Amore, tra un po’ è ora di spegnere, è pronta la cena, ma nel frattempo guardala ancora tranquillo”. Dopo 10 minuti: “Amore ti piace questo cartone? … Mi fa piacere…. Guardalo ancora e la prossima volta che arrivo si spegne e andiamo di là”. Il tutto condito da serenità, calma, sorrisi e disponibilità di cuore. C’è differenza rispetto al primo esempio? Che sensazione ti dà nel cuore l’uno piuttosto che l’altro? Da piccolo, sinceramente, cosa avresti preferito che tua madre o tuo padre facessero con te? Aspetta a giudicare questi contenuti perché se già a priori dici o immagini che non funziona è perché probabilmente non ci hai mai provato davvero o non l’hai fatto per un tempo continuativo (hai provato un giorno e dal giorno dopo hai iniziato a scordartene) o ti sembrano cose troppo belle per essere vere. Se da questi primi esempi che ti stiamo facendo pensi che siamo lassivi e che ce la caviamo anche con i bambini e i ragazzi difficili solo perché concediamo tutto in anticipo, sei fuori strada. Con le esperienze pratiche che stiamo condividendo con te l’obiettivo rimane sempre assecondare il bambino, farlo sentire compreso e utilizzare il suo linguaggio per trasmettergli fiducia e stima e nel frattempo trasferirgli le corrette abitudini come lavarsi, riordinare, essere gentile e ringraziare, stare composto a tavola, ecc… Probabilmente, qualcuno un po’ più rigido, a questo punto, non andrebbe avanti nella lettura. Si fermerebbe dicendo: “Questo non può essere vero! Non è possibile! Troppo facile! Troppo difficile! Ma scherziamo, devo fare questa cosa!? E gli altri cosa diranno?…”. Ci può stare! Il cervello umano, di fronte alle cose nuove, tende subito a liquidarle come assurde, impossibili e non efficaci. Quando le legge qualcun altro un po’ più flessibile, curioso e capace di mettersi in gioco, allora… E se mio figlio chiede sempre la cioccolata? Se sai che a volte passa tutto il pomeriggio a chiederti una briochina dietro l’altra o un pezzo di cioccolato dietro l’altro, cosa potresti dire? E soprattutto come potresti dirlo? Anche in questo caso non è insolito ascoltare frasi del tipo: Approccio 1 Colpevolizzante e Tirannico (e sangue che ribolle del genitore) “Adesso basta!… Ingrassi… Non ti fanno bene, lo sai…! Non hai sentito che ti ho detto di no!… Ti verrà il diabete se continui così!… Smettila di mangiare tutte ste schifezze!…”. Il problema così è risolto? No. Tuo figlio si sente accusato, inadeguato, sente un bisogno irrefrenabile che non sa come gestire, non capisce perché ti stai scaldando così tanto. Cosa potresti dire invece? Per esempio potresti anticipare il bisogno: “Amore vuoi un pezzetto di cioccolata? (Sì)… Tieni, qui ce ne sono due!”. Dopo 10 minuti forse no o forse sì, te ne chiede ancora ma per te sarebbe eccessivo ed ecco come puoi rispondere: Approccio 2 con Anticipo del Bisogno (e calma e tranquillità del genitore) “Lo so amore che ne vorresti ancora, adesso non è possibile, ne mangerai di nuovo due domani… Mannaggia, lo so che ne hai voglia, questa mamma terribile che non te lo vuole dare (mantieni la calma, sorridi serenamente)!” Come vedi il non arrabbiarsi e restare neutrali senza partire subito con NO!, BASTA! ADESSO NO! è fondamentale. E da come hai letto non significa neanche essere lassivi e concedere tutto. Tutt’altro: significa essere comprensivi di fronte alle richieste di tuo figlio, rispondergli con gentilezza senza ricorrere ai toni duri che magari i tuoi genitori hanno sempre usato con te e che oggi utilizzi in automatico senza rendertene conto. Perché un NO o un limite si possono sempre comunicare in tanti modi… Tutto bello, ma con il mio Daniel non funziona… Se pensi che tuo figlio sia diverso, che “la fate facile voi, ma dovete trovarvi a casa mia mentre mio figlio urla e si dimena per terra”! “Non può funzionare con tutti, ogni bambino è diverso”. È vero, ogni bambino è diverso nelle sue passioni, nei suoi talenti e debolezze, svilupperà con gli anni un proprio temperamento, un proprio punto di vista, avrà i suoi pregi e i suoi difetti… Comunque i bisogni emotivi sono gli stessi per tutti i bambini di questa terra, ci sono principi fisiologici e naturali che tutti seguono come voler essere nutriti, camminare, voler giocare, voler parlare e anche le esigenze fisiologiche di coccole e attenzioni dei bambini piccoli sono uguali per tutti, la voglia di stare con mamma e papà è universale, l’impulso a imitare quello che fanno i genitori è fisiologico e fa parte della natura di tutti i bambini che siano bianchi, neri, gialli, blu… L’istinto di considerare tutto loro nei primi 7 anni c’è l’hanno tutti i bambini (si chiama fase egocentrica ed è fisiologica e inevitabile). I bisogni naturali che i bambini stessi seguono come impulsi istintivi per la loro crescita sono uguali per tutti. Quello che cambia (oltre ai talenti e al temperamento di ciascuno) è l’atteggiamento e l’approccio dell’adulto che li accompagna nella loro crescita. Qualcuno può anche continuare a credere ancora che le punizioni, le sgridate, i divieti imposti con rabbia siano indispensabili e può serenamente smettere di leggere qui. Ma, per favore, quando suo figlio farà i cosiddetti capricci che non se la prenda con lui! Perché lui ha sempre un buon motivo per farli, cioè è successo qualcosa che ha creato in lui un disagio emotivo (che è la vera causa scatenante ed è ciò su cui devi agire se vuoi risolvere la situazione). Ti invitiamo ora a una riflessione: se il metodo “tradizionale” URLA, PUNISCI, SGRIDA, IMPONI, NON VIZIARLO, COMANDO IO PERCHE’ LUI E’ SOLO UN BAMBINO PICCOLO E NON CAPISCE è così efficace, perché allora il 99% dei genitori ha difficoltà relazionali con i figli? Perché i genitori non riescono a farsi capire dai figli e i figli non si sentono capiti dai genitori? Come mai la maggioranza degli adulti è in conflitto con la propria famiglia di origine? Non ti sembra strano? E tu come ti sentivi quando ti giudicavano come capriccioso e viziato? Quando piangevi e ti dicevano che dovevi smetterla o andavi subito in camera tua o ti prendevi una sberla? Torna un attimo indietro con la memoria e ti accorgerai che anche tu avevi un buon motivo da piccolo per essere triste, infelice, per non voler fare una determinata cosa. Non lo facevi di proposito e ogni volta che eri triste ti veniva di fare i capricci. Ecco il punto: i bambini seguono biologicamente dei principi fisiologici e naturali, secondo natura. Hanno dei bisogni emotivi innati e tutti questi fattori rappresentano il loro linguaggio. Solo chi si adegua a questo linguaggio può comprenderli sempre e farli cresce felici e sereni Il risultato sarà come parlare in cinese in Cina e tutti ti capiranno benissimo. Se invece andiamo in Cina e tentiamo di comunicare in Italiano ci saranno incomprensioni e disagi (proprio come quelle che si creano tra te e tuo figlio). Noi, invece di parlare la stessa lingua, cosa siamo abituati a fare? Liquidiamo subito la situazione giudicando il bambino e dando per scontato che è solo un capriccio e non ci soffermiamo… …sul perché oggi non vuole la pasta con il sugo (magari è arrabbiato perché non trova il suo gioco preferito e non sa come dircelo?) …sul perché si è svegliato triste e non vuole mettere la maglia verde (magari il giorno prima ha litigato con un amichetto e ora non vuole tornare in classe?) …sul perché non vuole lavarsi le mani e sta piangendo (magari il papà lo ha sgridato in modo un po’ forte per aver distrattamente fatto cadere per terra un bicchiere e ora si sente umiliato e triste?) Dietro questi atteggiamenti bizzarri, isterici e apparentemente incomprensibili dei bambini si nasconde la VERA CAUSA: c’è sempre un NODO EMOTIVO che sta scatenando i COMPORTAMENTI ESTERNI definiti erroneamente “capricciosi”. TUO FIGLIO NON TI ASCOLTA, FAI I CAPRICCI, TI SFIDA E SI RIBELLA? Per aiutarti a: 👉 spegnere la rabbia, ritrovare la calma 👉 cominciare ad apprendere il Libretto delle Istruzioni di tuo figlio ho creato un Nuovo Percorso Gratuito di 21 giorni “Smettila di essere un Genitore Infelice, Arrabbiato e senza Tempo” Nei Nuovi 21 Giorni Gratuiti scoprirai: 🟠 Perché tuo figlio non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? 🟠 Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma 🟠 Le 3 linee guida per risolvere i “capricci” e i conflitti a tutte le età 🟠 Come dare regole e limiti senza sgolarti e senza ripetere le cose 134 volte 🟠 Come ricaricare le batterie anche se pensi di non avere tempo per te 🟠 Non mi ascolta: 4 passi per spegnere capricci e disobbedienza Iscriviti ora ai 21 giorni gratuiti: ISCRIVITI ORA >>