
Roberta Cavallo
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No alle Responsabilità (per tuo figlio) prima dei 6/7 anni
Non fare domande a tuo figlio su cosa va fatto o non va fatto nella vostra quotidianità. I tuoi figli hanno bisogno di capire chiaramente chi è il genitore. Si aspettano che il genitore sia quella persona SICURA che sa guidarli finché loro non saranno maturi per farlo. Tutte le volte in cui tu, presa dall’incertezza, gli domandi: “Andiamo dalla nonna? Cambiamo il pannolino? Mangiamo? Andiamo a dormire? Andiamo a lavare i denti? Andiamo a lavarci? Andiamo a scuola? Spegni la tv?” (Non te ne accorgi eppure quasi sempre alla fine delle tue frasi metti il punto di domanda…) Tuo figlio cosa fa? La maggior parte delle volte ti dirà di No! E se non ti dice di no e ti dice sì, in verità sta andando in stress perché tutte queste domande sono eccessive. Lui ha bisogno di sicurezza, ha bisogno che sia Tu a sapere quando è ora di mangiare, quando è ora di cambiare il pannolino, quando è il momento di lavare i denti, come lavare i denti, quando andare a dormire. LE CONTINUE DOMANDE LO MANDANO SOLO IN CRISI Crede di dover fare lui da genitore e non può assumersi questo tipo di responsabilità. E proprio questo loop scatena tutte quelle cose che ti danno tanto fastidio. Si innervosisce per niente, diventa un piccolo dittatore, fa capricci ogni 4 secondi. TOGLI IL PUNTO INTERROGATIVO Quando si tratta di fare scelte che riguardano la quotidianità e che sono chiaramente di competenza degli adulti, smetti di fare domande, togli il punto interrogativo. Eviterai che tuo figlio possa avere meno fiducia in te e nella tua guida e, paradossalmente, senza la responsabilità della scelta, si sentirà più sicuro e protetto! LE RESPONSABILITÀ ARRIVERANNO SPONTANEAMENTE Naturalmente non sarà per sempre così e intorno ai 6-7-8 anni, se tutto ha funzionato, tu per primo lo vedrai desideroso di parlarti delle sue preferenze, desideroso di prendersi delle responsabilità come i grandi e quello sarà il momento giusto per farlo, senza anticipare i tempi.

3 consigli per sopravvivere ad una serata in Pizzeria
“Attenzione! Spostati. NO, fermo! Vieni qua, zitto, piano! Non vedi che il cameriere sta passando?” Ecco la scena: mamma trafelata che cerca di tener fermi i 2 figli (di 4 e 6 anni circa), sudata, affannata, a disagio. Il bambino guarda poco più avanti proprio al tavolo dove un papà, tutto forsennato, mangia velocissimamente la sua pizza, veloce veloce per cercare di fare in fretta… Il papà ingurgita la sua cena perché deve dare il cambio alla mamma, che ha già fatto mangiare qualcosa ai bambini, ma sta aspettando il suo turno. Le toccherà una cena fredda. E anche lei velocissimamente ingurgita la sua pizza così da uscire in fretta per non dar fastidio a nessuno… Davvero non possiamo più permetterci di portare i nostri figli, magari piccoli, in pizzeria? Davvero non possiamo più prenderci il piacere di una sera al ristorante, anche con i nostri figli? Pare proprio di no. ECCO 3 CONSIGLI PRENDITI TUOI SPAZI! Se vuoi passare una serata romantica con il tuo compagno, o se vuoi uscire una sera con le amiche per divertirti e rilassarti, fallo! Non sentirti in colpa. Prenditi gli spazi necessari per rigenerarti e ricaricarti, anche uscendo a mangiare cena fuori. Vai qualche volta senza di loro. Non ti preoccupare, se tu stai bene, loro non soffrono. I BAMBINI NON SI COMPORTANO “MALE” Se giustamente hai voglia di avere i tuoi figli con te, di passare una serata in famiglia anche fuori, non avere paura che i tuoi figli possano comportarsi “male”. Hanno solo bisogni e tempi diversi dai tuoi. Sai che non potrai stare seduto ore a tavola e sai anche che in qualche modo dovrai sempre interagire con loro, altrimenti si annoiano. Hanno bisogno di essere intrattenuti, mangeranno meno di te, quindi magari mentre finisci la tua cena sarà necessario continuare a giocare con loro, sarà utile sprigionare la tua fantasia con stuzzicadenti, bottiglia, bicchieri, posate, forme di tovagliolo. KIT DI GIOCHI SEMPRE CON TE Un’altra grande soluzione è portarti appositamente da casa un kit di giochi. Alcune mamme, dopo aver seguito questi suggerimenti, tengono sempre in macchina una borsa, un sacchetto, uno zainetto con i giochi per quando escono a cena fuori. Già pronta, soltanto da scaricare, una borsa con tutti i giochi e giochini comodi che si possono fare a tavola, sempre con la tua interazione (è normale: i bambini, soprattutto se piccoli, dopo un po’ si annoiano). In questo modo puoi evitare i tanto temuti tablet e telefonini. È veramente triste andare al ristorante e vedere gli adulti che parlano tra di loro e tutti i bambini imbambolati davanti a un tablet o a un telefonino appoggiato sulla bottiglia d’acqua. Quindi forza! Mano alle buone armi di genitori: voglia, perseveranza, entusiasmo! Prepara lo zainetto dei giochi o scatena la fantasia con ciò che hai a disposizione. E vedrai che ti divertirai anche tu. Mangerete con calma tutti quanti e passerete una serata divertente, serena e ricca di condivisione.

Come risolvere i conflitti con i nonni
Molti genitori si lamentano dei nonni perchè tendono a essere troppo lassivi con i nipoti. La suocera fa mangiare troppe caramelle (proprio quelle con lo zucchero bianco!), magari non seguono la linea educativa di mamma e papà, danno poche regole, oppure fanno le cose di nascosto! Altre volte permettono troppa televisione o sgridano e puniscono anche quando mamma e papà non lo fanno… Se da un lato i nonni possono diventare un formidabile sostegno per la famiglia, a volte i rapporti con loro diventano roventi e sfociano in conflitti e malintesi (spesso anche dovuti a situazioni del passato ancora irrisolte). Ora stai per scoprire: La verità sull’imprinting e sull’influenza dei nonni che quasi tutti ignorano L’asso nella manica per gestire e risolvere i litigi con i nonni La domanda chiave per non arrabbiarsi (e frenare la voglia di tirare il collo a tuo suocera) Come mediare al meglio nella varie situazioni Come evitare di far sentire in colpa i nonni (e buttare legna sul fuoco del conflitto già acceso) Scopri tutto nel breve video e diventa il miglior esempio di armonia per i tuoi figli (perché alla fine, che tu ci creda o no, che ti piaccia o no, è il tuo esempio quello che loro assorbono). GUARDA IL VIDEO E DIVENTA IL MIGLIOR ESEMPIO DI ARMONIA PER TUO FIGLIO 🙂

Perchè fratelli e sorelle litigano sempre fra di loro?
Cosa puoi fare per limitare o eliminare per sempre tirate di capelli e litigi continui fra i tuoi figli? Che cosa prova emotivamente tuo figlio quando gli rubano i giocattoli? Questo video ti farà mettere nei suoi panni e dopo averlo visto non banalizzerai più il suo senso del possesso e le volte in cui dice È MIO! Lo faremo con la storia dello “scippo” della borsa al parco. Fatti anche tu due risate come le 200 persone che erano presenti in sala: GUARDA IL VIDEO TUO FIGLIO NON TI ASCOLTA, FAI I CAPRICCI, TI SFIDA E SI RIBELLA? Iscriviti al nuovo Percorso Gratuito per: –Risolvere i capricci senza urla o sgridate -Perché tuo figlio rifiuta le Regole, non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? -Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma -Come gestire al meglio il tuo Tempo -Come liberarsi dal Senso di Colpa Vai sul link qui sotto e inserisci la tua email: ▶️CLICCA QUI E ISCRIVITI

Come fare per sopravvivere ai CAPRICCI
Smettila di fare i capricci! È la frase cult!… Chi non ha mai detto “Basta! Adesso smettila, non ce la faccio più!” Noi eravamo rodati a un tipo di educazione più autoritaria e più rigida, oggi i bambini non si adattano più. Una volta arrivava la sberla, mi veniva paura, stavo zitto, fine. Oggi i bambini sono cambiati a causa di un semplice discorso evolutivo. I bambini di oggi hanno una sensibilità particolare. I bambini oggi non si adattano. Fino all’ultimo, continuano a dirti il problema o la difficoltà che hanno. Cercano di fartela capire attraverso il capriccio, la lagna, la ribellione e l’opposizione. LE IDIOZIE SULLA CRESCITA DEI BAMBINI: – I CAPRICCI I capricci non sono capricci, non esistono! Noi genitori dobbiamo uscire dal “file mentale, automatico” che il capriccio sia un capriccio, cioè quella cosa che non ha senso fare, che ci fa infuriare e uscire di testa. “Ma perché sono le 8 meno 10, alle 8 chiudono il cancello di scuola e tu sei qua e non ti vuoi mettere le scarpe? Mi stai facendo le storie per una maglietta gialla, perché vuoi quella verde? Che senso ha? Lo fai apposta!” Non è un capriccio! I bambini non possono dirti: “mamma guarda sono stato male per questa cosa, non mi dedichi abbastanza tempo, sono arrabbiato con te perché mi hai messo in punizione, non hai capito quello che io volevo fare, mi arrabbio perché tu e papà litigate, sono triste perché ti sento triste e nervosa, ecc.” Pur di catturare la tua attenzione, usano il canale che più ti fa soffermare su di loro e, sperano, anche sul loro problema. Allora, prima di tutto NON ARRABBIARTI e mettiti nei suoi panni. Guardalo negli occhi, fermati, sdrammatizza: “Davvero queste scarpe no? Mannaggia, ci saranno dei topini dentro? Fammi un po’ vedere… o vuoi che oggi facciamo cambio: io mi metto le tue e tu ti metti le mie?!” Quello che il genitore può fare per uscire dall’impasse è SEMPRE cercare la vera motivazione. Il bambino prende spesso come scusa la scarpa, la maglietta, la verdura che non vuole mangiare, la frutta che non gli piace, ma in verità le motivazioni che fanno scatenare il putiferio sono sempre più profonde. Tendenzialmente una richiesta di attenzione, di quell’attenzione di qualità che noi oggi abbiamo difficoltà a dare. Il primo modo per risolvere i capricci è giocare d’anticipo. Non tanto nel momento di fuoco, che è solo un segnale, è solo la classica goccia che fa traboccare il vaso, ma andando a monte e cercando di capire come nella giornata, nella settimana, puoi dargli più tempo di qualità, puoi evitare di sgridarlo e punirlo, puoi essere più paziente o migliorare il clima familiare. Se come genitore riesci a fare questo passaggio, a modificare la tua routine frenetica per trovare del tempo speciale per lui, più il bambino si rilassa e inizia a viverti come l’AIUTANTE MAGICO. Al posto di dirsi “Devo dire una bugia alla mamma, perché quella cosa non la posso fare” o “Mamma sta arrivando, devo iniziare ad avere paura”, potrà invece sapere che mamma e papà sono lì solo per lui, per sostenerlo e aiutarlo. LE REGOLE Noi siamo convinti che i bambini possano imparare una regola a forza di sentirsela ripetere. E invece quante volte diciamo “gliel’ho detto un milione di volte, eppure niente”. Loro imparano osservando, imitando e assorbendo le abitudini da noi genitori. Questa verità ci fa paura. Ci rende responsabili dell’esempio che diamo, di come ci comportiamo nella nostra vita anche quando siamo senza i bambini. Allo stesso tempo è una fortuna! Perché se tu sei sereno del tuo modo di porti e di comportarti e costruisci una buona relazione con lui, il gioco è fatto. Non esiste un bambino al mondo che non guardi con occhi sognanti mamma, che non la ami, che non la adori e dica “mamma, voglio farlo anch’io”, “papà, voglio venire anche io con te. Voglio provare a guidare anche io la macchina, voglio anch’io svitare il tubo del lavandino”… VASI VUOTI I bambini non sono vasi vuoti, spartiti bianchi da riempire, robot da programmare. Non dovrebbe esistere l’idea: “Ti devo impostare, ti devo dire come ci si comporta, quello che devi fare, quello che non puoi fare, come devi essere” “Se fai così, sei stato bravo”, “Così invece NO” Questo atteggiamento crea ansia e aspettativa da performance in bambini che poi oggi ci sentiamo costretti a etichettare come NON ADEGUATI. Una soluzione che oggi si adotta poco è lasciarli più liberi di fare esperienza. Oggi ne fanno poca perché hanno troppa poca autonomia. A scuola stanno spesso seduti quando invece avrebbero bisogno di imparare facendo più esperienze pratiche e concrete. A casa di nuovo, poche attività proprio perché abbiamo poco tempo. Ma possiamo provare a vedere la problematica da un punto di vista diverso, come una questione di priorità. Non diamo più la possibilità ai bambini di fare esperienze di nessun genere: “Aspetta! Un attimo. Fermati. Piano. Attenzione che ti fai male. No non tempo, poi lo faremo” Quando invece sarebbe più semplice coinvolgere i bambini mentre facciamo tutte le nostre attività: in cucina, in casa, quando facciamo le pulizie… Più il bambino si sente libero di esprimersi, più sa di avere la stima del genitore e più sente di poter avere fiducia in sé stesso.

Perché l’inserimento al nido e alla scuola materna è difficile?
L’ingresso al nido è sempre un momento delicato e a volte difficile. La mamma spesso si sente in colpa perché è “costretta” a lasciare il figlio per andare a lavorare e queste emozioni di certo non aiutano a vivere serenamente la fase di distacco. Ma perchè le spiegazioni razionali non calmano tuo figlio che non vuole andare al nido o alla scuola materna? Perché non si calma anche se gli spieghi che devi andare a lavorare? E qual è il trucco per farlo sentire accolto e per disinnescare i capricci? A volte ci sono delle preoccupazioni latenti che assalgono la mamma che, se non affrontate e sciolte, fanno diventare l’inserimento al nido fonte di capricci, tensione e nervosismo per entrambi. Come risolverle? Scopri tutto in questo breve video. Le stesse riflessioni sono valide anche se stai inserendo tuo figlio alla scuola materna. GUARDA IL VIDEO

3, 4, 5 figli… Come si può non Impazzire?
Quando si hanno 2-3-4 o più figli si rischia di commettere sviste, un po’ per stanchezza e un po’ perché non si conoscono alternative, che rendono molto più faticosa la gestione di tutta la squadra! Per esempio l’utilizzo continuo di frasi come: “Tu sei più grande, devi capire. Porta pazienza. No, aspetta!” “Possibile?! Non vedi che hai altri tre fratelli??” E il bambino dentro di sé pensa: “Mamma, ma i miei bisogni dove sono? I bisogni dei miei fratelli sono più importanti dei miei?” Ecco 2 conseguenze che potrebbero arrivare: L’AUTOSTIMA DI TUO FIGLIO SCOMPARE… Tuo figlio inizierà a pensare di non valere e di non contare nulla. Questa sfiducia si ripercuoterà a scuola, nell’adolescenza, con gli amici… TUO FIGLIO PERDE LA FIDUCIA IN TE E NELLA FIGURA DEL GENITORE … e quando gli dirai “Ritira, metti a posto” in automatico il suo pensiero sarà: “Perché devo farlo? Perché me l’hai detto tu? Chiedi ai miei fratelli, dato che di solito sei sempre lì col più piccolo…” ALTRI ELEMENTI CRUCIALI PER CRESCERE FIGLI SENZA GELOSIE 1. GIOCHI E CARAMELLE Quando sei al supermercato, cioccolatino o caramella per tutti? Assolutamente sì! Per tutti! E, se diventa necessario, compra i giochi doppi, tripli… (se ogni figlio ha un gioco uguale a quello del fratello non si attiverà la fase guerrigliera “strappagioco”!) Ovviamente dipende molto dall’età dei figli, questi sono suggerimenti generali che ognuno dovrà adattare alla propria situazione. Poi se i bambini sono quattro certo non sarà facile, ma sicuro è possibile usando le giuste strategie. 2. IL TUO EQUILIBRIO INTERIORE Un altro ingrediente fondamentale è l’equilibrio interiore del genitore. Se come genitore sei capace di soddisfare i tuoi bisogni, se hai imparato a gestire la rabbia, se sei soddisfatto della vita che hai, quando è necessario dividersi in quattro “Anche io voglio mamma! Daiiiiii ascolta prima me… Io volevo l’altro gioco…” riesci a farlo senza perdere le staffe. Hai la sicurezza necessaria per poter rispondere “Perfetto! Sono qua. Dimmi amore, sono tutta per te. E anche per te. Vieni che ti abbraccio un po’” Solo se sei un bicchiere pieno puoi donare con calma e pazienza. Se parti già con un bicchiere in deficit e “a secco” che ha bisogno di essere riempito di attenzioni, riposo, tempo per sé, gioco e svago… è inevitabile che il tempo trascorso con i figli (o con i bambini e ragazzi per gli insegnanti, educatori, ecc..) diventa un peso che ti scarica ancora di più invece che essere un momento di vera gioia e condivisione che carica e rigenera. 3. ULTIMA FRECCIA PER TE Prevenire è sempre la soluzione più efficace: quando mamma e papà riescono a essere molto attenti a tutti i figli nei primi anni di vita, fornendo attenzione ai singoli bisogni di ognuno, riescono a non far percepire la mancanza di attenzioni. Come si ottiene questo risultato? Con un’elevata qualità di tempo da dedicare a ciascun figlio. Di conseguenza si attiveranno molto meno gelosie, continue richieste di attenzioni, regressioni del primogenito quando arrivavano fratelli/sorelle, lotte per giochi…

Adolescenti Ribelli e Mamme Preoccupate
Davanti a ragazzi arrabbiati, scontrosi, maleducati ci scandalizziamo, li giudichiamo e li attacchiamo Ma ci facciamo mai assalire dal dubbio e dalla domanda: “dov’erano mamma e papà negli anni precedenti? Cosa facevano o non facevano?” Sicuramente oggi fare il genitore è molto più difficile rispetto a cinquant’anni fa. Questo è sicuro! Dobbiamo metterci l’anima in pace, è più difficile. I ragazzi hanno più stimoli, ci sono più pericoli, è tutto più veloce, si fa fatica a gestire e a tenere le redini di tutto. Proprio per questo è necessario prepararsi prima, sapendo che per raccogliere bene dobbiamo seminare bene. Dobbiamo sapere che la grande responsabilità che abbiamo può essere più dolce e leggera se distribuiamo delle buone azioni fin da quando i nostri cuccioli sono in fasce. È vero: si può rimediare, intervenire, cambiare la rotta anche in navigazione, nel momento in cui io vedo che mio figlio non vede più in noi genitori un riferimento, ha qualche malessere dentro, cerca l’evasione, si ribella… Anche se il malessere giovanile sembra inevitabile, non per forza l’adolescenza deve essere un dramma, anzi. Sicuramente le cose cambiano, è come affrontare un viaggio d’iniziazione, si vivono grandi moti interiori in questa lunga terra di mezzo. Da un lato hanno bisogno di testare le loro capacità: “se io non provo prima a fare qualcosa da solo, come le calibro le mie forze? Come faccio a sapere che davvero ce la farò?” Dall’altro lato sentono ancora il bisogno di ricevere il nostro sostegno, il nostro aiuto, la nostra comprensione e supervisione, anche se non la chiedono. Quindi il gioco sta nel trovare l’equilibrio, cosa che implica capire quanta fiducia abbiamo in noi e, allo stesso modo, quanta fiducia riusciamo a lasciare ai nostri figli. I ragazzi ne hanno un tremendo bisogno: una guida, un riferimento, un punto fermo dover tornare per avere conferme e per capire la direzione e nello stesso tempo la possibilità di camminare da solo, provare, sbagliare, misurarmi ogni volta con maggiori prove e responsabilità. Loro sono pronti ad affrontare un mondo pieno di stimoli e di velocità, siamo noi che dobbiamo metterci un po’ al passo.

Sei pronto per la Recita di Natale?
Siamo proprio agli sgoccioli, siamo nel periodo delle festività natalizie e, tra poco tutti noi genitori saremo alle prese con le recite dei nostri figli. Ne approfitto per fare un appello, o forse una sincera e accorata richiesta personale: “Se tuo figlio fa la recita di Natale, tu genitore partecipa alla recita, ma fallo con uno spirito diverso da quello che di solito si respira in giro. Vai con lo stesso spirito con cui il giorno prima sei andato a fare la spesa, cioè con una modalità totalmente disinteressata”. “COSAAA?? COSA VUOL DIRE DISINTERESSATA?” È davvero assurdo guardare genitori e nonni che si sbracciano con i telefonini a discapito del godersi la recita. Perché se riprendi difficilmente ti godi lo spettacolo o quello che tuo figlio sta facendo o le emozioni che sta provando dentro di sè. Quindi foto, video, condivisioni e poi applausi, e poi commenti: “vediamo se è bravo, se si ricorda la parte… vediamo se ce la fa. Che bella figura che fa lì sul palco…. Certo che è una grande soddisfazione”… Puoi scegliere una modalità diversa, puoi scegliere di essere disinteressato. Perché l’unica cosa che conta agli occhi di tuo figlio, per cui devi essere davvero felice, è se, nel momento in cui lui scenderà dal palco, si sarà divertito, se sarà soddisfatto di quello che avrà fatto. Magari avrà imparato una cosa nuova, si sarà sentito appassionato per la parte che ha interpretato, della canzone che ha cantato. Non è necessario stare sulle spine sperando che è stato bravo a fare la marionetta, se si è comportato così bene che la vicina di casa ti farà i complimenti. Se ha ricordato ogni singola parola della parte che ha ripetuto 1607 volte da settimane. NON È QUESTO IL MESSAGGIO DI CUI I NOSTRI BAMBINI HANNO BISOGNO A loro serve un messaggio molto più profondo e molto più utile. Hanno bisogno di sapere che la recita non è importante. Sì, può rappresentare una prova e di prove nella vita ce ne sono tante. La recita è al pari di ciò che può incontrare tutti i giorni della sua vita, anche insieme a te. Se lo porti a comprare pane e lasci fare a lui imparando a fare attenzione al resto, se gli lasci contare i soldi, anche questa è una prova, un po’ come se fossero sul palco. LE VERE PROVE SONO QUELLE DELLA VITA Se poi a tuo figlio piacerà fare l’attore, piacerà esibirsi in teatro, se a lui piacerà fare recitazione o se gli piacerà stare in TV davanti a una telecamera e fare l’attore televisivo, ben venga, perfetto, sarà un suo vero talento, sarà una passione che varrà la gioia coltivare. Se puoi fai in modo che ai tuoi figli non passi il messaggio: “sei bravo se ti ricordi la parte e se mi fai fare bella figura con gli altri…” In verità noi possiamo essere felici di loro sempre. Possiamo avere un’opinione di loro positiva in ogni istante, anche quando sbagliano, anche quando si arrabbiano, anche quando fanno i dispetti, quando ci dicono che siamo cattivi. Cerchiamo sempre la motivazione, soffermiamoci su quella, risolviamo il problema perché i nostri figli non sono mai sbagliati. Quindi se parteciperai alle recite, godi soltanto del fatto che tuo figlio si sia divertito, che possa avere imparato qualcosa di bello, che possa essersi sentito appassionato nel fare qualcosa che lo diverte. Tutto il resto lascialo da parte, è una perdita di tempo e, tra l’altro, non è un messaggio efficace da dare ai bambini.

Padri VS Figli: seguimi, faremo la stessa strada
Tutti i papà possono essere ingombranti! Ci sono i “figli di papà” i cui papà sono personaggi famosi, o “figli di papà” i cui papà fanno lavori particolari, che si sono creati “una posizione”… e vogliono che i figli seguano a tutti i costi la loro strada. Lo fanno magari per zelo, per amore: “Guarda, segui la mia strada, guarda quello che ho già costruito per te…” Oppure ci sono figli di papà che sognano per loro una vita completamente diversa dalla propria e insistono affinché i figli seguano per forza altre strade. In verità ognuno di noi ha la propria strada. E ognuno di noi ha un suo modo per seguirla e per farcela. Anche i bambini. Loro chiedono di essere solo accompagnati a scoprire il mondo e a imparare. Tu papà, tu mamma hai raggiunto il tuo traguardo sviluppando delle capacità e, se sai separare le cose, se sai tenere la tua vita professionale e lavorativa separata da quella genitoriale, allora puoi dare a tuo figlio gli strumenti necessari perché scopra i suoi talenti e perché individui la sua strada. Come genitore, se sai riconoscere e accettare i suoi talenti e se sai sostenere tuo figlio nella sua unicità, puoi finalmente vederlo crescere e sbocciare per quello che è e vederlo brillare di felicità.