No alle Responsabilità (per tuo figlio) prima dei 6/7 anni

Roberta Cavallo
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Genitori e Nonni: patti chiari e amicizia lunga!
In un mondo sempre più tecnologico e veloce i nonni ci ricordano la nostra storia, sono una preziosa risorsa e forniscono la calma e la serenità che spesso i genitori non riescono a vivere a causa dei ritmi frenetici.

No alle Responsabilità (per tuo figlio) prima dei 6/7 anni
Non fare domande a tuo figlio su cosa va fatto o non va fatto nella vostra quotidianità. I tuoi figli hanno bisogno di capire chiaramente chi è il genitore. Si aspettano che il genitore sia quella persona SICURA che sa guidarli finché loro non saranno maturi per farlo. Tutte le volte in cui tu, presa dall’incertezza, gli domandi: “Andiamo dalla nonna? Cambiamo il pannolino? Mangiamo? Andiamo a dormire? Andiamo a lavare i denti? Andiamo a lavarci? Andiamo a scuola? Spegni la tv?” (Non te ne accorgi eppure quasi sempre alla fine delle tue frasi metti il punto di domanda…) Tuo figlio cosa fa? La maggior parte delle volte ti dirà di No! E se non ti dice di no e ti dice sì, in verità sta andando in stress perché tutte queste domande sono eccessive. Lui ha bisogno di sicurezza, ha bisogno che sia Tu a sapere quando è ora di mangiare, quando è ora di cambiare il pannolino, quando è il momento di lavare i denti, come lavare i denti, quando andare a dormire. LE CONTINUE DOMANDE LO MANDANO SOLO IN CRISI Crede di dover fare lui da genitore e non può assumersi questo tipo di responsabilità. E proprio questo loop scatena tutte quelle cose che ti danno tanto fastidio. Si innervosisce per niente, diventa un piccolo dittatore, fa capricci ogni 4 secondi. TOGLI IL PUNTO INTERROGATIVO Quando si tratta di fare scelte che riguardano la quotidianità e che sono chiaramente di competenza degli adulti, smetti di fare domande, togli il punto interrogativo. Eviterai che tuo figlio possa avere meno fiducia in te e nella tua guida e, paradossalmente, senza la responsabilità della scelta, si sentirà più sicuro e protetto! LE RESPONSABILITÀ ARRIVERANNO SPONTANEAMENTE Naturalmente non sarà per sempre così e intorno ai 6-7-8 anni, se tutto ha funzionato, tu per primo lo vedrai desideroso di parlarti delle sue preferenze, desideroso di prendersi delle responsabilità come i grandi e quello sarà il momento giusto per farlo, senza anticipare i tempi.

La magia del Tempo di Qualità
Presi come siamo dalla nostra frenetica routine quotidiana, abbiamo spesso l’impressione che le giornate scivolino via senza che la lista delle cose da fare si accorci, o senza che riusciamo davvero a goderci i nostri figli 1. INVERTI LE PRIORITÀ Quando torni a casa dal lavoro, magari hai già la testa in cucina: “Che cosa preparo? Quando finisco le faccende domestiche? Quando faccio la lavatrice? Suggerimento: non lasciare il tempo con i figli in coda alla lista! Scardina il meccanismo del “prima il dovere e poi il piacere”: basta poco per farli sentire coccolati e ascoltati. Quando arrivi in casa, fai in modo che il tuo primo pensiero siano loro: “Amore, sono a casa! Non vedevo l’ora di tornare per giocare un po’ con te!” Basta una partita a carte, un gioco da tavolo, prendere un tè con le bambole o una gara di macchinine: anche se pensi di perdere del tempo, in realtà lo stai guadagnando! Perché in questo modo si sentiranno appagati e vi lasceranno più tempo dopo da dedicare alle faccende di casa. Prova e vedrai quanto tempo guadagnerai 2. QUALITÀ VS QUANTITÀ Per i bambini non conta tanto quanto tempo trascorri con loro, ma COME. Se trascorrete insieme anche un intero pomeriggio, ma non li ascolti perché ha la testa altrove o guardi sempre il cellulare, quel tempo non vale molto. Prenditi invece anche solo mezz’ora da dedicare in maniera immersiva ed esclusiva a tuo figlio: stacca il cervello dalle cose da fare e spegni il cellulare. Goditi il gioco e prova a tornare bambino! Si tratta di semplici accorgimenti per instaurare una routine familiare che non dimentichi i momenti piacevoli da passare in compagnia dei figli, chiudendo fuori il mondo e facendo iniziare il gioco!

Il regalo che tuo figlio vorrebbe per Natale
Stanno per iniziare le vacanze natalizie. Un lungo periodo con tutti i figli a casa. Avrai un po’ più di tempo a disposizione da passare loro. Magari ci saranno i compiti, qualche visita di cortesia da fare, ma per fortuna avrai a disposizione uno strumento miracoloso, del tempo in più! Per i tuoi figli, quello che conta davvero, è che questo tempo in più sia “tempo di qualità”. Allora, approfitta di questo periodo di vacanza per invertire la rotta. Sono i nostri figli, li adoriamo, li amiamo, li abbiamo fatti con tanto amore, eppure a volte sembra che siano un qualcosa in più. SEMBRA A VOLTE CHE SIANO “SCOMODI”, “IN MEZZO AI PIEDI” Quando tu sei tranquillo e sereno ti fa piacere giocare, quando poi ti sorridono, UAO! quando ti fanno vedere che hanno imparato qualcosa di nuovo FANTASTICO! perché vuol dire che sono dei bambini intelligenti. Ma molte altre volte questo non succede e quindi diventano dei bambini che si sentono rispondere: “NO, adesso non ho tempo” “No, ti prego, dopo, facciamolo dopo. Devo fare questo, questo, questo, questo, questo, e quest’altro, quando avrò finito, se rimarrà del tempo, allora lo faremo. Allora starò con te, allora può darsi che ti possa ascoltare” RIATTIVA IL TEMPO SPECIALE Un’ottima relazione con i propri figli si costruisce proprio a partire dal tempo di qualità. Ecco l’invito che ti faccio per queste vacanze: cerca di eliminare qualsiasi cosa tu possa eliminare. Stai nell’intimità familiare. Visite familiari il meno possibile, pulizie di Pasqua fatte a Natale il meno possibile, anche grandissime uscite per attività straordinarie che non fate mai, va bene, ma fatte con lo spirito dello stare insieme. Cerca di rendere questo tempo un tempo d’oro: Tutte le volte in cui tuo figlio/tua figlia ti chiama perché “voglio raccontarti questo, voglio farti vedere quest’altro” fai in modo che la tua risposta sia un Sì. Guardali negli occhi, stai con i tuoi figli, rallenta il ritmo. Chiudi le notifiche sul telefono, togli le suonerie, evita tutti questi extra e dedicati davvero a un tempo di qualità, semplice. Coccolalo, riguardalo, prenditi degli spazi con calma in modo che tutte le volte che ha bisogno di stare con te, tu possa dire “ti ascolto. Sto finendo un lavoro, è vero, ma ti prego vieni, stai con me” Entra nella modalità: “Ho voglia di guardarti giocare, ho voglia di ascoltarti, ho voglia di guardare quello che fai, di vedere che cosa provi mentre giochi. Ho voglia di coinvolgermi con te, ho voglia di ascoltare le tue storie, ho voglia di coccolarti. Ho voglia di allungare il momento in cui ti sto asciugando i capelli, ho voglia di andare in montagna con te a giocare sulla neve, e intanto di chiacchierare, voglio raccontarti le mie storie, voglio farti divertire” Serve davvero così poco per rendere il tempo prezioso che hai, di vera qualità. E ricorda che è l’unica cosa che davvero serve alla vostra relazione e per far sì che i bambini e ragazzi siano davvero felici. Queste attenzioni e questo tempo speciale contano molto di più di un regalo materiale. Spero che tu riesca a realizzarlo in queste festività ed è davvero possibile, ti basta pochissimo.

3 MODI FAR SUPERARE IL DIVORZIO AI TUOI FIGLI
Quando i genitori si separano, non solo gli adulti ma anche i bambini vengono toccati da questo cambiamento: sebbene siano piccoli, anche loro infatti percepiscono stati d’animo e tensioni e il fatto che ancora non le sappiano elaborare ed esprimere abbiano il lessico per elaborarle ed esprimerle, non significa che non le avvertano. Ecco i 3 suggerimenti per gestire al meglio questa delicata fase delle vostre vite e aiutare i vostri figli a superare la separazione: 1. NON SENTIRTI IN COLPA Spesso, il primo problema nasce dal senso di inadeguatezza che i genitori provano nei confronti dei figli una volta che hanno deciso di separarsi. Questo nasce dall’idea che la fine di una storia sia da vivere necessariamente come un fallimento. In verità, non è così. Ricorda sempre che i tuoi figli sono felici se anche voi lo siete, quindi è inutile incaponirsi in una situazione che vi stressa e rende entrambi infelici. I bambini avvertono ogni emozione di mamma e papà e sicuramente preferirebbero una mamma e un papà felici, anche se in due case diverse, piuttosto che vivere tutti sotto lo stesso tetto ma pieni di tensioni e rancori. Quindi, se tra di voi le cose non funzionano più e siete ormai giunti a mettere la parola “fine” al vostro matrimonio, può essere la scelta giusta anche per vostro figlio. 2. NON TRASFORMARLI IN UN PACCO POSTALE Ora vostro figlio, se avete un accordo che stabilisce ciò, passerà alcuni giorni in una casa e altri giorni in un’altra. L’importante è che questi spostamenti non lo facciano sentire perennemente in viaggio, senza mai un vero luogo da chiamare “casa”. La soluzione è preparare in entrambe le case la sua cameretta, dove troverà i suoi vestiti, dei giochi, dei libri, il suo spazzolino e i suoi cibi preferiti. Così, quando passerà da una casa all’altra al massimo porterà con sé il giocattolo preferito e lo zaino di scuola. Vostro figlio dovrà sentire di avere 2 case, non di non averne nessuna! 3. SEPARA IL GENITORE DAL PARTNER Certe separazioni sono più difficili di altre e capita spesso che i figli diventino mezzi per ricattarsi a vicenda e il loro amore sia messo sul piano di scambio, insieme ad altri beni. Evitate in ogni modo che questo accada: separate, anche se può essere difficile, i vostri ruoli. Da un lato siete un partner ferito, magari abbandonato e quindi pieno di rancore, ma dall’altro siete un genitore e questo significa pensare sempre al bene del vostro bambino. Non coinvolgetelo nei litigi, nelle ripicche o in altri meccanismi negativi che si potrebbero instaurare qualora la separazione dovesse rivelarsi più difficile del previsto. Come detto, quando mamma e papà si separano, i bambini vanno incontro a grandi cambiamenti e in quanto genitore sai che i grandi cambiamenti possono scombussolarli emotivamente.

Le 9 frasi che fanno sentire tuo figlio uno “sfigato” (la terza pesa come un macigno ogni volta che viene pronunciata e limita fortemente l’autostima)
Fiumi di parole sono state scritti su cosa fare o non fare con i bambini per crescerli con una elevata autostima e fiducia in se stessi. C’è chi dice che bisogna lodarli, altri che bisogna motivarli, altri ancora che bisogna rimproverarli quando sbagliano, poi è arrivato il rinforzo positivo stile “ammaestramento animali”… insomma i filoni sono tanti. Ma alla fine, nella pratica di tutti i santi giorni in casa, trascorsi fra sveglia di corsa per andare in tempo a scuola, pranzo, compiti (e minacce per finirli), scarrozzamenti vari fra sport o corsi di musica, merenda fatta sul divano sbriciolando ovunque, litigi e botte con la sorella, cena con capricci perché manca l’aranciata a tavola… cosa veramente influenza e condiziona la sicurezza di sé e l’autostima di tuo figlio? Scopriamolo ora in questo breve articolo. L’errore più comune sull’Autostima Sfatiamo subito un grande mito: autostima non equivale a “quanto siamo belli e bravi”, “reggiamo il confronto con gli altri”, “ci potenziamo per raggiungere il risultato”, “ci facciamo il ritocchino o ci gonfiamo i muscoli perché così siamo come…”. Autostima significa auto-stimarsi ovvero conoscere il peso di sé, di quanto e soprattutto di come si vale, nel senso di quali sono e che peso hanno per la nostra vita le nostre virtù e le nostre debolezze. Autostimarsi infatti vuol dire: essere consapevoli su cosa possiamo contare (particolari abilità, virtù, talenti, passioni) per realizzare i nostri progetti quali sono invece le caratteristiche che naturalmente non fanno parte di noi (debolezze, attività che non ci ispirano e non ci appassionano), non sono nostre passioni o talenti innati, e che non potremo utilizzare spontaneamente per la nostra realizzazione, ma che comunque possiamo decidere di imparare e sviluppare con lo studio e la pratica. Il problema è che siamo talmente abituati a basare la valutazione di noi stessi sulla base di canoni esterni, su cosa gli altri fanno e su come gli altri sono, che ci siamo convinti di non valere, di non essere capaci, di non piacere, di essere sempre inadeguati. La buona notizia è che ogni BAMBINO nasce con una DOSE ELEVATISSIMA DI AUTOSTIMA. Lui sa chi è, sa su quali doti può contare, sa cosa vuole e ha una ESTREMA FIDUCIA in sé e nella vita. Anche tu lo sapevi. Peccato che una relazione poco ottimale che non sa come seguire e ASSECONDARE LA NATURA del bambino, mette in campo azioni, parole, emozioni che alterano questo stato idilliaco e propenso alla MASSIMA EFFICACIA insito nel bambino (evento che tutti, o quasi, abbiamo vissuto nella nostra infanzia) Come sono messi oggi bambini e ragazzi in fatto di autostima? Non ci vuole Mago Indovino… Non sono messi mica tanto bene! Molti di loro: subiscono lo stress dei voti a scuola subiscono lo stress da prestazione eccessiva nella pratica sportiva sentono il bisogno di omologarsi alle mode del momento o ai leader sportivi o dello spettacolo sulla cresta dell’onda per sentirsi anche loro importanti mancano di rispetto ai loro genitori fanno di tutto per denigrare mamma e papà così da sentirsi di valere rispetto al modello di origine si sentono degli “sfigati” non si piacciono fisicamente non amano e bistrattano il proprio corpo si vergognano di quello che sentono e di quello che pensano soprattutto se questo differisce dalla banalità della media… Se non vogliamo ricadere nella banalità e nella superficialità di dire: “è colpa dell’allenatore”, “è colpa dell’insegnante”, “è colpa della TV”, dobbiamo porci le seguenti domande: possono le mie parole, le mie azioni e le mie emozioni influenzare l’autostima di mio figlio? È vero che io concorro a creare l’autostima di mio figlio? È vero che è bene che io faccia qualcosa perché i miei figli si stimino? Davvero è timido? Davvero si vergogna? Davvero è un pasticcione? Tuo figlio potrà anche avere il suo temperamento naturale ma… la tua influenza diretta e dell’ambiente esterno tende a forgiare anche la sua autostima. Facciamo qualche esempio con relativo antidoto (tutte frasi non inventate e sentite migliaia di volte dai nostri genitori, da amici, conoscenti, passanti, ecc.). Le 9 frasi che “congelano” la sicurezza di tuo figlio (e la sua autostima) Per risponderti alla prima domanda e darti una soluzione pratica per non limitare l’autostima e la sicurezza di tuo figlio ecco qui una possibile soluzione: semplicemente non pronunciare frasi che fanno sentire tuo figlio svalutato, sminuito. Quindi prima bisogna conoscere le frasi “al veleno” che minato l’autostima e, una volta conosciute, bisognerebbe sostituirle con frasi “antidoto” più efficaci. Se adesso ti stai chiedendo perchè abbiamo scelto di approfondire l’effetto che hanno le frasi pronunciate verso l’autostima di tuo figlio devi sapere che… Le PAROLE hanno un GRANDE POTERE. Da un lato RIFLETTONO I SENTIMENTI, lo stato d’animo, le abitudini e il modo di pensare di chi le pronuncia… dall’altro hanno l’enorme potere di PROGRAMMARE I NEURONI di chi le riceve fissandosi giorno dopo giorno fino a essere assorbiti e a essere UTILIZZATE IN MODO AUTOMATICO. Nella tabella seguente troverai 3 colonne: Nella prima colonna trovi esempi di frasi che noi adulti diciamo comunemente e che sminuisce l’autostima e fa sentire… “sfigati”. Nella seconda colonna trovi una descrizione dell’effetto che la frase potrebbe avere sul bambino. Nella terza colonna trovi l’antidoto, cosa potremmo dire o fare in sostituzione per non ferire o condizionare il bambino. NOTA: mentre leggi le frasi è utile chiedersi: io come mi sentirei al posto del bambino? Io come mi sentivo quando me lo dicevano con tono rabbioso e duro? Ora come mi sentirei? FRASE AL VELENO EFFETTO SU TUO FIGLIO ANTIDOTO 1° “Ma sei scemo?!” Ops!… ero convinto di no… ma se lo dici tu mi fai venire i dubbi Che umiliazione…Che tristezza…Ti sto deludendo… Allora non sono normale, sono proprio scemo Nessuno è scemo. Cosa vuol dire per te essere “scemo”? Prima di agire, prova a osservare in te cosa ti ha infastidito dell’atteggiamento di tuo figlio tanto da non poterti trattenere e dovergli dire che è scemo (cosa che, siamo certi, non pensi veramente). “Lo so che non lo hai fatto/detto volontariamente”. “Che cosa non ti è chiaro? Che cosa non hai capito?”. “Vuoi che te lo ripeta?” (cerchiamo di mettere in discussione la nostra comunicazione al posto della sua capacità di capire o non capire). Aiutalo a risolvere invece di giudicarlo. 2° “Scommettiamo che non ci riesci?” Se inizi così proprio tu che dovresti darmi fiducia… Non credi in me e quindi non valgo nulla, non sono capace… Se lo dici tu, ti credo, non ci riuscirò Perché non dovrebbe riuscirci? “Prova” “Riprova ancora… con calma… dai che ce la fai” “Uhm… secondo te cosa è andato storto? Come potresti fare per riuscirci?” 3° “Che disastro!!” Ma stavo giocando! Non è un disastro! Pensavo fosse creatività! Che vergogna!… che umiliazione! E io che pensavo… e io che ero così felice di provarci! Ti ho deluso?!… Non bisogna osare e tentare di fare cose nuove, sbagliare non va bene e fare “disastri” neanche. Davvero hai messo al mondo un disastro? Disastro è una bomba nucleare, i bambini in Bolivia che lavorano in miniera, un politico italiano è un disastro, l’inconsapevolezza e l’infantilismo degli adulti possono essere un disastro ma di certo non una scatola di pennarelli caduta a terra, un bicchiere rotto, dell’acqua rovesciata, un disegno, vestiti e capelli sporchi di fango, ecc. “Come possiamo pulire?”, “come possiamo rimediare?”. “Ti sei divertito? Adesso vieni e ti dò i vestiti puliti”. “Quanti sono questi pennarelli! Raccoglili/raccogliamoli tutti”. “Ti piace rovesciare l’acqua eh?! Sul tavolo non è il massimo, vieni che ti dò una bacinella e dei bicchieri di plastica”. 4° “Lascia, basta… faccio io che facciamo prima” Ops… sono troppo lento…Non sono capace…Gli sto facendo perdere tempo… “Prova… riprova… non ti preoccupare… io aspetto” (se non hai tempo trovalo o inizia prima a fare le cose – l’organizzazione e l’anticipo dei tempi sono la prima arma ninja che ogni genitore dovrebbe conoscere). Se invece come spesso accade, capita proprio quando il tempo non è ben organizzato, possiamo garantirti che qualche minuto in più speso per accordarti ai tempi di tuo figlio non comporta un reale ritardo o viene presto recuperato successivamente). “Mentre riprovi io finisco di far partire la lavatrice, se hai bisogno mi chiami”. 5° “Non sei capace!” Davvero?… Non credevo… Ma se lo dici tu… Non sono capace. Perché questo pregiudizio? Magari ha solo bisogno del tuo aiuto. “Secondo te come mai non riesci?”. “Lo trovi difficile?”. “Prova… Prova ancora”. 6° “No! Fermo! Non si fa così!… Ma chi ti ha insegnato?!… Dammi qua…. Così si fa no?!” (con un tono giudicante e infastidito) Veramente volevo provare… Stavo per farcela… Volevo capire… aspetta!… Volevo riprovare… Va beh… forse bisogna essere più veloci, subito pronti, io proprio non sono capace allora… Lascia che il più possibile possa sperimentare da solo. Se vuoi correggerlo perché quello che sta facendo è pericoloso valuta la possibilità di farlo con lui riducendo il pericolo o di mostrargli virtualmente le conseguenze senza paura, sgridate o spaventi. 7° “Sbrigati! Muoviti!” Ecco… sono troppo lento… I miei tempi (e quindi io) non vanno bene a mamma e papà… Non vado bene…Non sono efficace… Li deludo = non sono degno di essere amato. Fai il possibile per adattarti ai suoi tempi. Soprattutto nel primo ciclo settennale (0-7 anni) dove abbiamo il massimo della sperimentazione. Potrai iniziare successivamente una sorta di svezzamento quando ti accorgerai che inizia a prendere in considerazione i bisogni degli altri. Se invece bisogna proprio andare e non c’è tempo: “Tesoro dobbiamo proprio andare… lo so che ti dispiace… finisci di legarle in macchina le scarpe… vieni” (se non ti segue, puoi prenderlo in braccio con dolcezza e portarlo con te). Se ti capita di non avere i tempi allineati con tuo figlio nella quotidianità, ricordati che lui non ha responsabilità e non c’è nessun motivo per sollecitarlo ad affrettare i tempi. Sei tu l’adulto “esperto” di vita che hai bisogno di conoscere i suoi tempi fisiologici e migliorare l’organizzazione famigliare. 8° “Non riesco a cavar niente di buono da lui” Bhè io in me ci credo… in teoria… ma tu la sai più lunga… in teoria… quindi mi devo ricredere… e poi non voglio contraddirti… farò in modo di non deluderti, di confermare quanto dici e di diventare un mediocre. Ok. Da ora in poi mi autosaboterò per confermarti che hai ragione! Se possibile, evita di dire questa frase. Fai un elenco di tutte le qualità che gli riconosci e concentra la tua attenzione solo su quelle per un po’ di tempo. Domandati da dove arriva la tua frustrazione (forse temi come genitore di non aver saputo far suonare in armonia le sue corde?) Le sue azioni toccano tue ferite aperte? Forse la tua svalutazione? Forse la tua insicurezza? 9° “Stavo così bene quando non c’eri… avevo più tempo… Nessuno che mi chiamava ogni secondo…” Come per la frase precedente, prova a essere al posto di tuo figlio e domandati come potresti sentirti anche tu. Se stai pensando che è inutile metterti nei suoi panni, che non sarebbe la stessa cosa perché in fondo dici queste parole che ogni tanto ti scappano perché davvero se le merita, davvero occupa con insistenza ed egoismo tutto il tuo tempo e senza motivi seri…. Bhè… ti suggeriamo di domandarti innanzitutto qual è la tua frustrazione che si nasconde dietro (forse eccessiva stanchezza, bisogno di staccare o di evadere, delusione perché immaginavi diverso il ruolo di genitore, delusione perché ti credevi un genitore migliore, più paziente e accogliente, ecc.) e di cercare di risolvere quella. In più ti suggeriamo di approfondire attraverso gli altri nostri testi il tema dell’egocentrismo e del soddisfacimento dei bisogni. Potranno aiutarti a gestire meglio la relazione, a capire meglio tuo figlio senza dover toccare livelli limite che ti portano poi a dire frasi di questo tipo a cui magari non credi veramente. Se invece davvero ti sei reso conto che un figlio era meglio non averlo, adesso c’è e non possiamo piangere sul latte versato o delegare a lui la responsabilità del nostro malessere. Affronta il tuo disagio personale senza coinvolgerlo o accusarlo. TUO FIGLIO NON TI ASCOLTA, FAI I CAPRICCI, TI SFIDA E SI RIBELLA? Iscriviti al nuovo Percorso Gratuito per: –Risolvere i capricci senza urla o sgridate -Perché tuo figlio rifiuta le Regole, non accetta i tuoi No, ti sfida e si ribella? -Come spegnere la Rabbia e ritrovare la Calma -Come gestire al meglio il tuo Tempo -Come liberarsi dal Senso di Colpa Vai sul link qui sotto e inserisci la tua email: ▶️CLICCA QUI E ISCRIVITI

Come risolvere i conflitti con i nonni
Molti genitori si lamentano dei nonni perchè tendono a essere troppo lassivi con i nipoti. La suocera fa mangiare troppe caramelle (proprio quelle con lo zucchero bianco!), magari non seguono la linea educativa di mamma e papà, danno poche regole, oppure fanno le cose di nascosto! Altre volte permettono troppa televisione o sgridano e puniscono anche quando mamma e papà non lo fanno… Se da un lato i nonni possono diventare un formidabile sostegno per la famiglia, a volte i rapporti con loro diventano roventi e sfociano in conflitti e malintesi (spesso anche dovuti a situazioni del passato ancora irrisolte). Ora stai per scoprire: La verità sull’imprinting e sull’influenza dei nonni che quasi tutti ignorano L’asso nella manica per gestire e risolvere i litigi con i nonni La domanda chiave per non arrabbiarsi (e frenare la voglia di tirare il collo a tuo suocera) Come mediare al meglio nella varie situazioni Come evitare di far sentire in colpa i nonni (e buttare legna sul fuoco del conflitto già acceso) Scopri tutto nel breve video e diventa il miglior esempio di armonia per i tuoi figli (perché alla fine, che tu ci creda o no, che ti piaccia o no, è il tuo esempio quello che loro assorbono). GUARDA IL VIDEO E DIVENTA IL MIGLIOR ESEMPIO DI ARMONIA PER TUO FIGLIO 🙂

A “TU per TU” con le sfide quotidiane
Scopri le soluzioni a queste 3 sfide che mettono a dura prova la pazienza dei genitori: 1- Il genitore CONTESO: come gestire 2 figli quando entrambi chiedono le tue attenzioni 2- I 3 passi da seguire quando tuo figlio URLA senza motivo 3- E se tuo figlio litiga per i giocattoli con gli amichetti?

Stai educando tuo figlio con la Forza o con il Cuore? (ecco 2 modi opposti per crescere tuo figlio, uno è pieno di spine e l’altro è pieno di amore)
Oggi possiamo tracciare un grande solco fra i due filoni che si approcciano alla crescita del bambino. Da un lato abbiamo il metodo razionale che prevede la decisione suprema della mente dell’uomo su cosa fare, su cosa è meglio per il bambino e che pretende di ottenere subito un risultato immediato. (altro…)

3, 4, 5 figli… Come si può non Impazzire?
Quando si hanno 2-3-4 o più figli si rischia di commettere sviste, un po’ per stanchezza e un po’ perché non si conoscono alternative, che rendono molto più faticosa la gestione di tutta la squadra! Per esempio l’utilizzo continuo di frasi come: “Tu sei più grande, devi capire. Porta pazienza. No, aspetta!” “Possibile?! Non vedi che hai altri tre fratelli??” E il bambino dentro di sé pensa: “Mamma, ma i miei bisogni dove sono? I bisogni dei miei fratelli sono più importanti dei miei?” Ecco 2 conseguenze che potrebbero arrivare: L’AUTOSTIMA DI TUO FIGLIO SCOMPARE… Tuo figlio inizierà a pensare di non valere e di non contare nulla. Questa sfiducia si ripercuoterà a scuola, nell’adolescenza, con gli amici… TUO FIGLIO PERDE LA FIDUCIA IN TE E NELLA FIGURA DEL GENITORE … e quando gli dirai “Ritira, metti a posto” in automatico il suo pensiero sarà: “Perché devo farlo? Perché me l’hai detto tu? Chiedi ai miei fratelli, dato che di solito sei sempre lì col più piccolo…” ALTRI ELEMENTI CRUCIALI PER CRESCERE FIGLI SENZA GELOSIE 1. GIOCHI E CARAMELLE Quando sei al supermercato, cioccolatino o caramella per tutti? Assolutamente sì! Per tutti! E, se diventa necessario, compra i giochi doppi, tripli… (se ogni figlio ha un gioco uguale a quello del fratello non si attiverà la fase guerrigliera “strappagioco”!) Ovviamente dipende molto dall’età dei figli, questi sono suggerimenti generali che ognuno dovrà adattare alla propria situazione. Poi se i bambini sono quattro certo non sarà facile, ma sicuro è possibile usando le giuste strategie. 2. IL TUO EQUILIBRIO INTERIORE Un altro ingrediente fondamentale è l’equilibrio interiore del genitore. Se come genitore sei capace di soddisfare i tuoi bisogni, se hai imparato a gestire la rabbia, se sei soddisfatto della vita che hai, quando è necessario dividersi in quattro “Anche io voglio mamma! Daiiiiii ascolta prima me… Io volevo l’altro gioco…” riesci a farlo senza perdere le staffe. Hai la sicurezza necessaria per poter rispondere “Perfetto! Sono qua. Dimmi amore, sono tutta per te. E anche per te. Vieni che ti abbraccio un po’” Solo se sei un bicchiere pieno puoi donare con calma e pazienza. Se parti già con un bicchiere in deficit e “a secco” che ha bisogno di essere riempito di attenzioni, riposo, tempo per sé, gioco e svago… è inevitabile che il tempo trascorso con i figli (o con i bambini e ragazzi per gli insegnanti, educatori, ecc..) diventa un peso che ti scarica ancora di più invece che essere un momento di vera gioia e condivisione che carica e rigenera. 3. ULTIMA FRECCIA PER TE Prevenire è sempre la soluzione più efficace: quando mamma e papà riescono a essere molto attenti a tutti i figli nei primi anni di vita, fornendo attenzione ai singoli bisogni di ognuno, riescono a non far percepire la mancanza di attenzioni. Come si ottiene questo risultato? Con un’elevata qualità di tempo da dedicare a ciascun figlio. Di conseguenza si attiveranno molto meno gelosie, continue richieste di attenzioni, regressioni del primogenito quando arrivavano fratelli/sorelle, lotte per giochi…