Paola era partita con un figlio “sbagliato”, nervoso, aggressivo e che spaccava tutto in casa… mentre l’altra figlia era nervosissima e le urlava STUPIDA!

Leggi qui cosa le è successo:

“Ho una figlia di 7 anni e mezzo e un figlio di 5 anni e mezzo.

La situazione prima di conoscere Bimbiveri era disastrosa.

Sono arrivata a cercare alternative perché non sapevo più che pesci pigliare:

non smettevano nemmeno per cinque secondi di mettersi le mani addosso, litigavano continuamente, non giocavano assolutamente insieme e la tensione in casa era continua.

I “capricci” vanno ignorati

Per esempio la solita frase che mi sentivo dire:
“i capricci vanno ignorati”.

Trovavo questo concetto ovunque: consigli di amici o di esperti, su riviste, sul web, nei libri del settore ed ero arrivata a pensare che fosse giusto così.

Peraltro io non ricordo di aver fatto capricci da bambina perché se solo provavo ad accennare un malessere mi arrivano direttamente due sberle, piangevi finché ti passava senza troppe “storie” (che non potevi fare) e senza nessuno che provasse a capire cosa avevi o cosa ti era successo.

Quindi non avevo neppure una esperienza, una “cultura” personale mia, su come si gestisce un “capriccio”.

E invece ho capito che i capricci non vanno ignorati.

Fin dalle prime volte che vedevo video o spezzoni o frasi di Roberta sui social o su Youtube, avevo proprio capito che lei ci aveva visto giusto.

Non riuscivo a comprendere fino in fondo tutti i meccanismi ma avevo proprio capito che Roberta aveva un altro punto di vista e che aveva un senso.

E lì ho detto: se tutti fanno così e non ottengono niente e lei invece fa colà, sicuramente ottiene qualcosa con questo sistema…
lo intuivo e decisi di seguirla.

Escalation continua di rabbia, capricci, danni continui, scene plateali

Mio figlio fin da quando era piccolo lanciava oggetti continuamente, se ti trovavi nella traiettoria sbagliata ti ritrovavi con un lego grande così sulla testa.

Ha rotto la tv con un colpo di spada solo perché era partito il cartone sbagliato.

Era una escalation continua di rabbia, capricci, danni continui, scene plateali dove si buttava indietro con la testa e siamo anche finiti al pronto soccorso.

Tutto peggiorava sempre di più.

Poi ho sentito Roberta dire:
“mantieni la calma, non ti scomporre, accogli questo suo dolore e questo momento di disagio”.

Oggi lo faccio con grandi risultati finalmente, mentre prima ero sempre una corda di violino, sempre lì pronta ad aspettarmi il prossimo disastro.

Ricordo che mantenere la calma durante i capricci di mio figlio fu la mia missione principale per settimane, lasciavo perdere tutto il resto e durante questo suo momento di sfogo (non posso più chiamarlo capriccio perché ho capito che era veramente per lui un momento di difficoltà e di sfogo).

Per non arrabbiarmi facevo di tutto, cercavo di visualizzare dell’acqua che scorreva, cercavo di immaginarmi di non essere la benzina sul fuoco ma l’acqua che lo spegneva…

…mi guardavo in giro cercando appigli per non cedere alla rabbia e quando lui si era sfogato alla fine andavo in bagno e piangevo io.

Mi facevo dei pianti liberatori perché nonostante cercassi si mantenere la calma dentro avevo una voragine perché mi chiedevo se stavo facendo giusto, mi dicevo che non era giusto che avesse questi sfoghi, che non era giusto che i bambini si comportassero così, ecc…

Ma vedevo che tutto questo suo fuoco lentamente si spegneva e non siamo mai più arrivati a certe scenate.

Soprattutto osservandolo moltissimo ho imparato a riconoscere, vedere proprio il momento in cui desiderava essere abbracciato.

Poi a mente fredda dopo che era passato tutto, parlavo con lui e gli chiedevo che cosa volesse da me in quei momenti ed è stato bellissimo perché una volta mi ha detto:

“Mamma io ti dico ‘vai via’ ma in verità voglio che tu mi abbracci”.

E io gli dissi:
“Ma anche se mi mandi via?”

E mio figlio rispose:
“Sì mamma anche se ti mando via tu mi devi attaccare forte forte”

E appunto voleva dirmi a modo suo di contenerlo, abbracciarlo, anche perché aveva bisogno di sentire che anche se faceva così perché non sapeva come altri esprimersi, io lo amavo lo stesso.

E invece il problema era che noi lo consideravamo un bambino sbagliato, per noi lui era sbagliato da correggere in qualunque modo, soltanto che qualsiasi modo avessimo provato prima non aveva funzionato.

Mentre con la primogenita eravamo arrivati che mangiava solo cotoletta e patatine o pane e ketchup oppure solo dolci…

Già prima che arrivasse il momento di pranzare o cenare si creava tensione, già quando iniziava a chiedermi cosa si mangia oggi, eravamo già “a cavallo” perché qualsiasi cosa le rispondessi non andava bene.

Lei sicuramente utilizzava il momento del pasto per attirare l’attenzione su di sé da parte mia, attenzione che le arrivava solo in negativo perché le dicevo no in continuazione…

… no questo non si mangia… no questo non adesso…

Senza considerare poi che era una bambina nervosissima.

Il mio obiettivo era quello di arrivare a una giornata senza avere cinque sei sette momenti di tensione continua e forte tra di noi con lei che mi urlava anche delle parolacce, io non accettavo assolutamente che una bambina mi dicesse queste parole.

In particolare lei mi diceva “stupida”, mi urlava “stupida” con tutta la sua forza e io non lo accettavo assolutamente e tutto finiva con delle scene memorabili che non sto nemmeno a raccontarvi 😟

Lei poi è una bambina molto sensibile e si pentiva per quello che era successo, io invece rimanevo arrabbiata e facevo l’offesa, non mi passava.

Oggi non ricordo nemmeno quando sia stato il nostro ultimo momento di tensione.

Ha sempre sofferto di enuresi notturna ma adesso sono 2 mesi che non abbiamo più questo problema.

Abbiamo anche raggiunto un altro traguardo:

quest’estate in vacanza di sua iniziativa mi ha chiesto se poteva assaggiare un broccolo… io volevo lanciare i fuochi d’artificio per la contentezza!

Con Roberta ho trovato le risposte che riguardavano i miei figli: cosa faccio quando fa così, cosa faccio quando succede questo e in verità alla fine tutto fa capo a quanto noi siamo sereni e al nostro equilibrio personale.

Arriviamo da questa concezione per cui è il bambino a essere “sbagliato”, a fare qualcosa di sbagliato che tu devi correggere.

E invece forse la vera chiave è che io devo diventare, essere, ritornare un “bimbo-vero”, una persona vera, matura e solo in questo modo potrò in automatico crescere “bimbi-veri”.

Se tu prima non sei una persona serena, equilibrata, come puoi fare?

Tante volte mi sento dire:
“le ho prese anche io da piccolo e sono cresciuto benissimo”.

Bene. Siamo tutte persone felicissime, che fanno il lavoro dei propri sogni, che seguono i propri hobbies, che sanno gestirsi su un piano emotivo e affettivo… siamo tutti così?

È inutile dire che due sberle non hanno mai fatto male a nessuno o che si cresce a mazzate e panelle…

Penso che un genitore dovrebbe diventare per il proprio figlio la cosa più divertente, più coinvolgente, più desiderabile, più sicura

Anche se oggi non avessi i bambini, continuerei questo percorso per me stessa.

Ho spostato completamente il focus dai bambini e l’ho rivolto principalmente su di me.

Sono da sempre una persona piuttosto “quadrata” e adesso ho imparato a non lasciarmi fagocitare, non esagerare, ho imparato a fermarmi, ad accorgermene e a aggiustare il tiro per non peggiorare le cose o portarmi strascichi dietro.

Mi rendo proprio conto che quando sono più stanca e nervosa tutto peggiora.

Per esempio i famosi dieci giorni di settembre in cui tutti i centri estivi erano chiusi, i bambini erano a casa, avevo mille cose da fare, loro da gestire e intrattenere tutto il giorno, in casa c’era un clima pessimo e mi rendevo proprio conto che dipendeva da me.

Quando sono serena, tranquilla, pacifica, ben organizzata e mi posso dedicare meglio a loro, ho più voglia di stare con loro, di divertirmi con loro, loro sono proprio due “pulcini” che mi seguono, collaborano e sono sereni.

Vogliono fare quello che faccio io, mi ascoltano, mi aiutano, sono volenterosi.

Ed è fantastico ma ti rendi conto che è perché tu stai bene e hai saputo creare il clima giusto.

C’è anche un’altra cosa…

Nessuno di noi ha idea di quanti condizionamenti ci siano dentro di noi, di quanto i nostri genitori o uno dei nostri genitori in particolare resti dentro di noi con i suoi meccanismi pronti a influenzarci

Per esempio io mi sono resa conto che ero diventata una persona molto giudicante proprio come mia mamma, ma adesso lo vedo e pian piano sto diventando sempre meno rigida e più neutrale.

E poi per me è stato fondamentale il gioco dello specchio. Con questo gioco per me c’è stato un vero passaggio.

Osservando me e loro mi ero resa conto che a volte litigavano, facevano la sfuriata e poi un minuto dopo lei mi diceva “ma alla fine mamma non mi ha fatto così male…”

…e anche io per certe cose diventavo una furia e invece in altre circostanze non mi scomponevo per nulla.

E il fatto di domandarmi come mai una certa situazione mi desse così fastidio, scoprire e ascoltare il motivo dentro di me e accogliermi, già solo questo mi evitava di arrabbiarmi come prima e mi aiutava a mantenere la calma.

Ricordo che all’inizio non riuscivo a fare i primi tre passi del gioco mentre succedeva qualcosa con i bambini, però ci ritornavo su la sera con calma prima di dormire, ripercorrevo quei momenti e con calma mi domandavo cosa mi avesse fatto accendere così tanto, qual era la vera motivazione dentro di me e accoglievo questo sentimento che veniva fuori.

E adesso è talmente spontaneo che riesco a farlo e calmarmi anche nel momento in cui succede qualcosa che devo gestire o che prima mi avrebbe agitata o fatta infuriare.

E infine, c’era anche il problema del tempo

Non ne avevo mai abbastanza.

Un po’ alla volta mi sono proprio resa conto che il “non ho tempo” è la scusa dei giorni nostri.

Con il “non ho tempo” risolvo il fatto che non ti voglio sentire, che non ho voglia di farti questo favore, ma anche che non riesco o non voglio riposarmi o non voglio o ho paura di affrontare le cose che ho dentro o i miei problemi, non voglio “cambiare”.

Del resto se un mattino ti viene una influenza intestinale il tempo lo trovi per curarti e la stessa cosa possiamo fare con i nostri figli e trovare il tempo necessario quando è ora di ripristinare la relazione con loro o risolvere delle difficoltà.

È importante saper distinguere le vere priorità che contano in questo periodo o per questa giornata così da non perdere energie in cose inutili.

Se inizi a voler risolvere seriamente una difficoltà che hai con i tuoi figli, sappi che all’inizio ci sarà da dedicare del tempo, come è stato per me all’inizio nei primi 15 giorni quando decisi di gestire diversamente e risolvere le scenate aggressive di mio figlio:

pulizie di casa trascurate, passavamo i pomeriggi con loro, a turno un pomeriggio con uno e uno con l’altro tra me e io marito per dedicare loro del tempo esclusivo, abbiamo spesso pranzato e cenato con tramezzini fatti velocemente o ordinando la pizza o facendo una semplice pasta in bianco…

…ma devo ammettere che tutta questa dedizione ci ha premiati perché ne raccogliamo i risultati ancora oggi e allora fu la prima volta che vedemmo i bambini giocare insieme.

Un sabato mattina sono scesi e per un’ora hanno giocato insieme nella stanza dei giochi e io e mio marito eravamo increduli!

Grazie di tutto, Paola”

Da dove si comincia per apprendere queste abilità da aiutante magico?

👉 Come smettere di arrabbiarti (e di urlare) con tuo figlio?

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Ci vediamo live il 3 Novembre ore 21,00 con la prima diretta
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Roberta Cavallo (il tuo Aiutante Magico 💖)