Dire di No a un bambino è inevitabile così come è necessario dare un limite o indicare che una determinata attività non si può fare.
Solo che può capitare che tuo figlio non accetti i tuoi “No”, magari si arrabbia o piange quando gli spieghi che non può fare un determinata cosa.
Ma esiste un modo per dire di no e per farsi ubbidire evitando crisi di rabbia, urla e pianti?
Scopri i 3 passi da seguire in questo articolo.
Primo passo: come dire “No” ai bambini?
Come primo passo possiamo chiederci:
“come mai mio figlio ha questa reazione davanti ai miei “No”?
Forse perché questi “No” non sono efficaci?
Forse sbagliamo la modalità in cui li comunichiamo?
Potremmo quindi valutare il modo in cui gli diciamo di No.
Forse non veniamo ascoltati perché lo diciamo in modo troppo aggressivo o troppo duro e secco.
Un “No” può essere infatti essere comunicato con fermezza ma senza nervosismi, guardando il bambino negli occhi e utilizzando la dolcezza e l’empatia.
Secondo passo: usa l’empatia e lascia da parte le spiegazioni
Ad un bambino di 2, 3, 4 anni (ma anche di tutte le età), le spiegazioni interessano pochissimo.
In particolare un bambino così piccolo non ha una grande capacità di ricordare le regole del “perché no” o “perché sì”.
Dunque, perché davanti a un “No” si arrabbia così tanto?
Perché un bambino, più che sapere il perché non va fatta una cosa, in verità in quel momento vorrebbe in particolare essere accolto, essere capito.
Vorrebbe sapere che al suo fianco ha un Aiutante Magico, cioè la sua mamma o il suo papà, ad accompagnarlo a diventare grande e che è anche lì per fargli da contenitore rispetto al suo disappunto e alla sua rabbia.
Un esempio concreto: mio figlio vuole arrampicarsi sull’armadio!
Pensiamo ad una situazione in cui un bambino vuole arrampicarsi sull’armadio ma non è possibile perché non è ancora fissato al muro o perché abbiamo semplicemente deciso che i bambini non devono arrampicarsi sugli armadi perché è potenzialmente troppo pericoloso.
Come reagirà davanti a un “No” un bambino di quell’età, nel pieno del periodo dell’esplorazione e dell’allenamento di tutti i suoi sensi e che vuole trovare tutte le risposte alle sue curiosità?
Rimarrà frustrato, deluso, arrabbiato come lo rimarremmo noi adulti davanti ad un “No” verso qualcosa a cui teniamo tantissimo.
Lo so che ti viene spontaneo pensare: “se non si arrampica su quell’armadio troverà qualcos’altro!”
Magari invece per tuo figlio è importante fare quel tipo di esperienza o soddisfare quel tipo di curiosità.
La prima cosa che puoi fare, dopo avergli detto di no, sarà quindi accogliere il suo disappunto.
Dunque, quando comincia a piangere e a dire cosa come: “mamma sei cattiva! Io lo voglio fare lo stesso!” cosa facciamo?
E’ utile attivare la nostra parte comprensiva e far passare questo messaggio per comunicare a tuo figlio che sei il suo tuo Aiutante Magico, che sei lì per aiutarlo, che hai capito il suo motivo e che sai come si sente.
Possiamo allora dirgli:
Mannaggia amore! Non ci possiamo arrampicare! Ma perché possiamo arrampicare!?!? Mancano le viti dietro! Lo so, è una cosa proprio terribile, perché tu volevi provare ad arrivare fino in cima! Certo, hai visto che i primi due piedi ci stanno e volevi provare. Magari ti avrei anche aiutato. Adesso non possiamo proprio farlo, non si può fare, è pericoloso perché mancano le viti dietro.
Terzo passo: trova una soluzione
Dopo averlo accolto, possiamo passare al trovare una soluzione.
Nel caso dell’armadio ad esempio possiamo dire:
Allora adesso diciamo al papà o al nonno che ci vengano a fissare il mobile al muro. Intanto, se quello che volevi era arrampicarti, proviamo a cercare qualcos’altro su cui ci possiamo arrampicare.
Vediamo un po’…ad esempio potremmo arrampicarci sul divano, oppure potremmo mettere insieme queste due sedie contro il muro e poi proviamo ad arrampicarci così, oppure ancora potremmo provare ad andare a cercare degli altri ripiani….vediamo se in cucina o in camere se c’è qualcosa che fa per noi…
Alcune volte sarà necessario cercare delle alternative e modi per fargli fare l’esperienza.
Comunque agendo in questo modo facilmente non arriverete magari nemmeno ad arrampicarvi da altre parti, a me è successo tantissime volte.
Nel momento in cui il bambino si sentirà accolto infatti penserà:
Ok, mi hai capito, non mi hai sgridato. Hai capito la mia frustrazione, mi hai accolto e mi hai anche fatto vedere come si fa.
Mi hai dato un insegnamento, ora io mi sento più tranquillo perché tu mi hai capito. Mi hai tranquillizzato e posso quindi anche accettare di fare altro.
Ecco perché questo è il modo meno faticoso per dire di no ai bambini: si sentono capiti e non hanno bisogno di arrabbiarsi o di urlare per comunicarci il loro disappunto.
Dare limiti e “No” ai bambini: i 3 step in sintesi
1️⃣ Riflettiamo su come diciamo il “No”: se siamo pazienti, o se siamo già un po’ nervosi perché magari ci portiamo dietro il bagaglio della giornata, ecc.
2️⃣ Prima di spiegare il perché abbiamo detto no (se proprio vogliamo spiegarlo) è fondamentale subito inserire l’accoglienza.
Infatti è utilissimo accogliere e fare da contenitore al suo bagaglio, far vedere che siamo con lui.
Fargli capire che abbiamo perfettamente capito che cosa sta provando e cosa voleva fare e che non è sbagliato quello che voleva fare.
Un’accoglienza pura e sincera da aiutante magico.
Se vuoi approfondire come affrontare questo step puoi anche leggere Smettila di piangere! Come calmare le crisi di pianto dei bambini e dei neonati
3️⃣ Troviamo poi, se necessario, come nell’esempio dell’armadio, una soluzione pratica.
Puoi trovare ulteriori approfondimenti leggendo l’articolo Tuo figlio non ascolta? Scopri perché non accetta le regole e i tuoi no
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