Come togliere il ciuccio (di giorno e di notte) e sapere quando farlo è uno degli argomenti più richiesti dai genitori.

Ecco perchè in questo articolo trovi i 4 passi completi per eliminare il ciuccio di giorno e di notte rispettando i bisogni di tuo figlio 🙂

Le indicazioni sono valide se tuo figlio ha 1 anno, 18 mesi, 2 anni, 3 o più anni.

C’è chi sostiene l’utilizzo del ciuccio sempre e comunque ed è convinta che senza ciuccio non si possa gestire un bambino piccolo.

Ci sono mamme che invece sostengono che senza ciuccio i figli si gestiscono benissimo e di conseguenza non si sono mai ritrovate a dover capire come e quando toglierlo.

Sì, hai letto bene sopra, anche se sembra per molti una tappa quasi obbligatoria e scontata, ci sono mamme che non hanno mai utilizzato il ciuccio. Oltre alla scelta iniziale di usare o meno il ciuccio poi ci sono diversi dubbi e dilemmi che ogni mamma si trova a dover risolvere, per esempio in molte vorrebbero sapere:

  • Quando togliere il ciuccio? Esiste un’età giusta e più corretta per eliminarlo?
  • Ci sono modi più corretti per togliere il ciuccio senza traumi e senza crisi?
  • Quanto dura la crisi di astinenza da ciuccio? E come si risolve?
  • Quanto ci mette un bimbo ad abituarsi senza ciuccio? In quanto tempo lo dimenticherà e non lo chiederà più?
  • Ci sono modi per addormentare i bambini senza ciuccio? Perché i bambini vogliono il ciuccio e continuano a chiederlo?

E poi ci sono anche altri elementi che ci confondono, per esempio tutti i modi possibili che trovi in giro e che a volte aumentano solo l’ansia su come si dovrebbe togliere il ciuccio: dal tagliarlo/romperlo al farlo sparire improvvisamente dalla casa, dal dargli un sapore cattivo in modo da convincere il bambino a non usarlo più al fare finta di perderlo.

Per fortuna esistono suggerimenti che prendono in considerazione lo stato d’animo di tuo figlio, che non prevedono di prenderlo in giro e soprattutto che aiutano a tranquillizzare te, il vero ago della bilancia in ogni relazione mamma-bambino.

In questo articolo troverai i suggerimenti:

1️⃣  per preparare te stessa e il tuo bambino ad affrontare questo delicato passo se sei agli inizi della tua maternità

2️⃣  per sapere cosa fare passo passo se tuo figlio è già un pochino più grande e pensi sia arrivato il momento di togliere l’amato ciuccio

3️⃣ come gestire le reazioni di tuo figlio nella fase di passaggio mentre togli il ciuccio

Ovviamente le informazioni di questo articolo sono presentate solo a scopo informativo. Chiedi sempre il parere del tuo medico/specialista riguardo qualsiasi indicazione specifica sulla tua situazione. Per qualsiasi dubbio o domanda è sempre necessario contattare il proprio pediatra di fiducia.

Partiamo dal principio: se devi ancora diventare mamma o sei agli inizi ecco cosa devi sapere sul ciuccio

Mamma bacia il suo bimbo neonato senza ciuccio

Se devi ancora diventare mamma o papà o se sei proprio agli inizi della tua avventura di genitore puoi prendere in considerazione l’alternativa di fare a meno del ciuccio.

So che ti sembra un suggerimento un po’ strano, eppure anche se il ciuccio per molti è ritenuto una tappa quasi obbligata devi sapere che ci sono tantissime mamme che non hanno mai usato il ciuccio con i figli. Ti scrivo queste parole non perché, per partito preso, io ho deciso che non volevo usare il ciuccio con i bambini.

Sei perfettamente in grado di risolvere qualsiasi difficoltà tuo figlio abbia in qualsiasi momento

Il motivo è che, osservando la natura dei bambini e osservando anche la dinamica del ciuccio, quindi cercando di capire come mai esistesse questo strumento, sono arrivata alla conclusione che tutto quello che di fatto fa il ciuccio lo possiamo fare noi.

Oltre all’allattamento, ci sono le nostre braccia ad accoglierlo, contenerlo e consolarlo quando sta piangendo e a rassicurarlo quando ha paura. Quando sta piangendo ci sono le nostre parole e il tono della nostra voce, il nostro cuore per accoglierlo e calmarlo (oltre che le nostre azioni concrete che possono risolvere i motivi per cui piange).

Ha le nostre coccole che lo accompagnano al sonno e lo fanno addormentare. Se piange perché ha fame possiamo dargli da mangiare. Quando piange perché ha caldo possiamo svestirlo, se ha freddo possiamo coprirlo di più.

Se piange perché c’è stato un rumore forte, o perché è arrabbiato, o va consolato per qualche motivo, lo possiamo fare noi con la relazione che abbiamo con lui.

Non abbiamo bisogno di usare il ciuccio per tamponare o spegnere il pianto, che non è altro che la manifestazione di un’esigenza o di un problema che sente di avere in quel momento.

Quindi, se sei agli inizi e pensi di poter considerare il fatto che il ciuccio non sia così utile, puoi tranquillamente farne a meno e puntare invece molto sulla relazione che hai con lui.

Sii consapevole del fatto che hai tutte le carte in regola per dare a tuo figlio tutto quello di cui ha bisogno e che sei perfettamente in grado di risolvere qualsiasi difficoltà lui abbia in qualsiasi momento.

Se già lo utilizzi ecco la guida completa: come togliere il ciuccio, di giorno e di notte, in 4 passi (+ come gestire le “crisi”)

Se invece utilizzi il ciuccio da mesi o anni e magari ti stai chiedendo quale sia il momento migliore per toglierlo, o se sei nella fase in cui ti stai dicendo “forse è ora di iniziare a togliere il ciuccio perché ho paura che poi diventi troppo tardi” ecco come puoi fare.

Quand’è il momento migliore per togliere il ciuccio?

Mamma con il suo bambino in braccioProprio rispetto a tutto quello che ti ho detto finora, il momento migliore è quando vuoi e, magari, appena puoi.

Perché? Perché più i bambini crescono e più fortificano le abitudini che hanno iniziato ad apprendere. I bambini sono molto legati alle loro abitudini e il fatto di costruirle dentro di loro li aiuta a trovare dei punti di riferimento.

Pensa ad esempio alla routine della mattina che si ripete sempre uguale: sveglia, pipì, lavarsi, vestirsi, colazione, lavarsi i denti, uscire.

Quando magari la routine per qualche motivo cambia, ad esempio scendete subito a fare colazione senza che tu l’abbia vestito prima, ti guarda stranito come per dire “ma no, dobbiamo prima vestirci, abbiamo sempre fatto così!”.

La routine e le abitudini che si ripetono giorno pressoché uguali dopo giorno sono una sicurezza per i bambini e li aiutano ad imparare. Ma che cosa c’entra questo con il ciuccio?

Perché così come man mano che i bimbi crescono e diventano più consapevoli di queste abitudini, tanto da seguirle spesso in autonomia, la stessa cosa vale per il ciuccio: in automatico lo cercano e, mano a mano che crescono, se lo mettono anche da soli.

L’abitudine si sta fortificando e il bambino pensa:

“Per consolarmi, per rilassarmi, per confortarmi mamma e papà mi hanno sempre dato il ciuccio. Questo significa che è quello il modo che usano gli adulti per consolare, coccolare e rassicurare i bambini.  Ed è ormai da tempo che io ho imparato a consolarmi e confortarmi in questo modo, non conosco altro. E se conosco altro, comunque è questo il modo con cui mi sono sempre consolato, l’unico che mi rassicura.

Dunque, nel momento in cui i bambini crescono, questa abitudine si fortifica e diventano sempre più consapevoli degli strumenti che usano e a seconda dell’uso sarà sempre un po’ più complicato disabituarli ad usare questo strumento di conforto e di coccola.

Un paragone, anche se un po’ estremo, è ciò che succede ad un adulto fumatore.

È facile smettere di fumare se lo fai da una settimana, ma è più difficile se lo fai da 5 anni. E’ più facile smettere di fumare se fumi giusto una sigaretta dopo pranzo mentre è più difficile se ne fumi 20 al giorno.

Per i bambini è la stessa cosa: prima lo facciamo e più è possibile farlo in maniera veloce e anche più serena per il bambino.

Cosa faccio in pratica quando decido che è arrivato il momento di togliere il ciuccio?

Dopo queste premesse, che cosa puoi fare quando decidi che probabilmente è arrivato il momento di fare a meno del ciuccio?

Le soluzioni che, dal mio punto di vista, funzionano di più sono diverse e non sono dirette.
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Ti anticipo che è possibile tenere in considerazione e rispettare i bisogni emotivi di tuo figlio, evitare l’eliminazione del ciuccio improvvisa, evitare un “trauma” da ciuccio, prevenire reazioni di nervosismo dopo aver tolto il ciuccio o dire bugie ai figli del tipo:

  • “ora me lo dai, non esiste più, lo mettiamo via, piangerai lacrime di sangue…non importa prima o poi ti passa”
  • ti convinco la prima volta con un regalo (…e poi?)
  • ti dico che serve ad altri bambini, che sei grande, che non ne hai più bisogno, adesso basta…

Puoi invece mettere in campo per il tempo necessario una serie di soluzioni che ti spiego ora passo per passo.

Il 1° passo per togliere il ciuccio: devi essere convinta

Bambina vestita da supereroinaQuando arriva il momento di togliere il ciuccio a qualsiasi età, 1 anno, 18 mesi, 2 anni, 3 e oltre, i nostri figli sono ancora nella prima fase di crescita, quella in cui “assorbono” da noi adulti, e sono particolarmente sensibili al nostro stato d’animo.

Dunque il nostro stato d’animo di mamme influisce tantissimo su di loro, sul loro comportamento, sulle loro risposte.

Sarà allora importantissimo e di grande aiuto, se tu per prima sei fermamente convinta che:

1️⃣  È il momento giusto per farlo

2️⃣  Sei consapevole e sicura di avere la capacità come mamma di aiutare tuo figlio ad attraversare questa evoluzione e questa fase di crescita

Perché te lo dico? Perché spesso succede invece che noi per prime ci sentiamo insicure e ci facciamo assalire da dubbi come:

  • “ho paura di non farcela se non riuscirò a convincerlo”
  • “mi fa pena, mi dispiace! È abituato da tanto tempo…”
  • “io non sono sicura di avere la forza e la capacità di consolarlo”
  • “io non so cosa fare quando ha paura, io non so cosa fare quando si mette a piangere a squarciagola”
  •  “Mi ricordo quando i miei mi privavano di qualcosa e io ci rimanevo malissimo… non voglio fargli del male, non voglio che lui si arrabbi con me”
  • “Non voglio che mi viva come una madre degenere, io ho bisogno del suo amore, non voglio che sia scontento di me”
  • “faccio fatica a dire di no…”

Se viviamo tutta questa incertezza, allora vale la gioia aspettare un attimo, fermarci e piuttosto fare qualcosa su di noi.

2° passo elimina-ciuccio: prepara il terreno (individua e soddisfa i bisogni che rimangono scoperti togliendo il ciuccio)

Mamma osseva con attenzione l'espressione del suo bambinoPrima di passare alla fase dell’eliminazione del ciuccio di giorno e di notte, inizia ad entrare nell’ottica che, quando toglierai il ciuccio, rimarranno dentro tuo figlio alcuni bisogni “scoperti”. Cosa farà ad esempio senza il ciuccio per:

  • consolarsi
  • rassicurarsi
  • tranquillizzarsi
  • non sentire la noia
  • uscire dallo sconforto
  • calmare la paura

Allora il suggerimento è: mentre il ciuccio c’è ancora inizia a preparare un buon terreno.

Quindi preparati, con la mente e con il cuore ad essere tu la persona che sa consolare un bambino, che sa prendersi cura di suo figlio, che sa accoglierlo, sa coccolarlo quando piange, che non si spaventa se cade, che lo aiuta nei momenti di difficoltà.

Come prima cosa puoi iniziare ad osservarlo meglio. Nota ad esempio quando si sta annoiando, piuttosto intervieni facendo subito qualcosa insieme, facendolo ridere, giocando insieme.

Cogli dal suo sguardo quando comincia ad essere stanco, quando ha fame, quando è un po’ sconfortato. Osserva se, quando gli hai detto di no per qualcosa, eri più nervosa e gli hai trasmesso questa tensione: se ti tranquillizzi, sarà anche lui più tranquillo.

Se succede una scaramuccia con la sorella, puoi accoglierlo prendendolo in braccio.

Inizia ad entrare nell’ottica che per ogni problema c’è una tua risposta che sei in grado di dare, che puoi dare col tuo comportamento, con una tua azione, col tuo sguardo, le tue parole, le tue coccole, il tuo amore, le tue soluzioni.

Puoi farlo tu. Puoi farlo anche se si tratta di metterlo a dormire in un orario in cui di solito non dorme se è stanco. Magari si tratta di prenderlo in braccio e coccolarlo un’oretta prima di cena perché ormai si sta stancando, sta diventando capriccioso.

Si tratta di cambiare gioco 2 o 3 volte in più in un’ora perché noti che si annoia facilmente e poi comincia a fare i capricci. Magari ti accorgi che si lamenta perché ha fame e piuttosto gli puoi dare da mangiare una volta in più.

Non hai bisogno di tamponare con il ciuccio una sua manifestazione emotiva.

Questo è il gioco forza: perché se ti prendi qualche giorno, qualche settimana per abituarti con calma ad essere tu la soluzione alle sue difficoltà, allora il terreno sarà preparato. Quando poi, pian piano, un po’ alla volta, toglieremo il ciuccio, tu non cadrai giù senza paracadute, perché avrai preparato questo terreno in cui la soluzione sei tu..

3° passo: inizia a non dargli subito il ciuccio

A questo punto, dopo esserti e allenata per qualche giorno o qualche settimana, prova a cominciare a non dargli subito il ciuccio appena inizia a piangere.

Mettilo in un posto non in vista. Potresti essere tu la prima a dimenticarlo in un cassetto fino a sera. Inizia per esempio a darglielo soltanto più per dormire. Prima di dargli il ciuccio per farlo addormentare puoi raccontargli una storia, cantargli una canzone, cullarlo, accarezzarlo.

Siamo agli inizi, quindi a questo punto, se non riesce ad addormentarsi subito, puoi anche dargli il ciuccio. Intanto avrai però già fatto un sacco di cose prima di darglielo e, invece di fare come è successo fino al giorno prima, il tempo sarà stato più allungato.

Puoi fare la stessa cosa ad esempio quando si sta annoiando, quando è più stanco, quando piange per qualche motivo: puoi aspettare a dargli il ciuccio e intervenire tu con questa modalità che stai già coltivando da qualche settimana.

4° passo per togliere il ciuccio: gestiamo le reazioni di tuo figlio

Bambina vuole mordere la telecamera con il suo pupazzo👉 Se tuo figlio è molto piccolo (entro l’anno/anno e mezzo)

Come già ho spiegato, naturalmente l’età incide molto sulla reazione che avrà il tuo bambino. Se tuo figlio è molto piccolo, entro l’anno, l’anno e mezzo, allora davvero incide tantissimo il tuo stato d’animo.

Se tu per prima inizi a dimenticartelo in un cassetto e lui vede che la consolazione, il conforto, l’accoglienza, il calore arrivano da te, si abituerà molto più facilmente. Questo avviene perché lui sta assorbendo da te il messaggio che tu senti dentro:

“Ci sono io. L’unica cosa che conosco sono le mie azioni. Le mie braccia, la mia voce, il mio calore: è ciò che ti serve in questo momento.”

Se tu diminuisci mentalmente dentro di te il valore che dai al ciuccio, lui lo percepirà. Sentirà che adesso la sicurezza arriva da questo tuo stato d’animo e si abituerà molto più facilmente.

Anche lui lo richiederà meno e non sarà così drammatico dimenticarlo sempre più spesso.

👉 Se tuo figlio è un pochino più grande

Quando i nostri figli sono un pochino più grandi, ormai si sono abituati e lo usano autonomamente, ci può essere qualche difficoltà in più.

In questi casi spesso lo chiedono proprio, piangono, stanno male, urlano “mamma dammi il ciuccio!” e vogliono il ciuccio perché ormai si sono abituati così. Avrai allora bisogno di più tempo e di mettere in pratica queste soluzioni più a lungo.

Quindi non ti preoccupare se questa fase dovesse durare un po’ di mesi: va benissimo. Meglio fare con calma e nella maniera migliore che avere fretta, pretendere tutto subito e finire per trovarsi con un bambino che pensa “no, me lo vuoi portare via, io lo voglio! Te lo chiederò sempre più spesso perché sento che me lo stai portando via!

Con calma, ti abitui io dentro di te, superi le tue resistenze, prepari il tuo terreno. Continui a darglielo e poi cominci a dimenticartelo. La prima cosa che farai sarà arrivare ed esserci tu: per consolarlo, coccolarlo, farlo addormentare prenderlo in braccio, accoglierlo ecc, fino all’ultimo, quando gli darai il ciuccio.

Lo farai abituandoti a sentirti sicura e costruendo dentro di te la certezza che questa cosa la puoi fare. Sei tu che con autorevolezza gestisci la situazione.

Una volta che avremo creato questo terreno e nostro figlio si sarà abituato a questa nostra modalità, glielo daremo in maniera sempre meno frequente, proprio solo nei momenti più critici.

Ad esempio glielo potrai dare quando si sta per addormentare perché è abituato così. Quando proprio esplode per qualche “capriccio”, tu non sai più che pesci pigliare e ti stai innervosendo, per esempio possiamo dargli il ciuccio.

Sarà magari una volta nella giornata, non capiterà più come prima, in cui lo aveva sempre. A quel punto potremo allora cominciare a salutare il ciuccio, a dirgli innanzi tutto che ci sei tu, che adesso non serve, che lo hai dimenticato nella borsa.

Ma lascialo davvero nella borsa, lascialo davvero in macchina, perché servirà anche a te per non avere la scusa di averlo a portata. Infatti all’inizio cosa potrebbe succedere? Lui farà un po’ di resistenza, perché è abituato ed è normale che sia così.

Un po’ come noi adulti davanti ad un “questa sigaretta non la puoi fumare” “no questo tiramisù lo lasciamo in frigo, lo mangi domani”.

In questi casi succede che magari vai un po’ in tensione, hai paura di non farcela a consolarlo e finisci col pensare anche tu “va be’, gli do il ciuccio, la prossima volta vediamo”.

Se invece davvero lo dimentichi in macchina ci sei soltanto tu. Sarai tu che dovrai accogliere senza l’aiuto del ciuccio, questo pianto anche importante, questa frustrazione di tuo figlio. E ce la farai. Magari durerà un pochino di più. Forse ci metterai 20 minuti, o mezzoretta ma ce la fai. Lo puoi fare davvero.

Del resto, come accogliamo una grande frustrazione di nostro figlio che ha 7/8 anni e non ha più voglia di studiare, o quando dobbiamo spegnere la televisione o quando non può fare un’altea partita a un video gioco. Anche in questo caso la frustrazione è enorme, magari lui è arrabbiatissimo.

Cosa facciamo, gli diamo il ciuccio? No! Risolviamo con le nostre forze. Risolviamo all’interno della relazione.

Ecco il modo di pensare è lo stesso. Puoi tranquillamente fare a meno del ciuccio anche se il pianto e la frustrazione sono un pianto e una frustrazione importanti.

Che cosa gli dico se incontro resistenze?

Mamma con il suo bambino raccolgono dei fioriMi è capitato di sentire racconti di alcune mamme che mi hanno detto:

“Guarda Roberta, preparando il terreno così, essendo convinta io, sembra quasi davvero che se lo dimentichi. Ho fatto questa sorta di svezzamento un po’ alla volta, ad un certo punto gli ho detto “il ciuccio adesso lo diamo alla fatina dei ciucci che in cambio che può farlo andare insieme a tutti i suoi amici ciucci nell’isola dei ciucci. Mi ha detto che in cambio ti porta un regalino, quella cosa a cui tenevi tanto”. Lui, tranquillo, non me lo ha più chiesto. E tanto se succede qualcosa ci sono io, se mi dice “ciuccio!” io gli dico che lo abbiamo dato alla fatina, lo coccolo finché ne ha bisogno, risolvendo i bisogni e i suoi stati d’animo e non ho problemi.”

Altre volte i nostri figli fanno un po’ più di resistenza e c’è un po’ più di difficoltà. Le prime volte avranno più nostalgia del ciuccio, i pianti e le frustrazioni saranno un po’ più importanti, e ciò non significherà che tu abbia sbagliato qualcosa.

Ogni situazione è diversa. Anche in questo caso, con sicurezza, continua ad accogliere il pianto, ferma sulla tua decisione.

Storia per togliere il ciuccio: quando il nostro amico prende la parola e rassicura tuo figlio

Lo consoli, lo accogli, sei sensibile al suo dispiacere e dici a tuo figlio:

“mi dispiace tanto che tu stia male così e lo so, prima c’era il ciuccio, ma non importa perché adesso ci sono io, puoi piangere tranquillo, anche se hai nostalgia del ciuccio. Anche io ogni tanto sono triste, quando papà magari va a lavorare via per due o tre giorni, io sento nostalgia di papà e il mio cuoricino piange, anche a me scende la lacrimuccia, perché sento proprio questa nostalgia. Mi chiedo: ma come faccio senza papino alla sera, che non dorme con me, e non possiamo mangiare insieme, non parliamo insieme?

Lo so, ci vuole un pochino per abituarsi. Allora sai cosa facciamo? Adesso diamo un pensierino al ciuccio, gli diciamo “ciao ciuccio, come stai lì nel mondo della fatina? Con tutti i tuoi amici ciucci?” Sentiamo un po’ che cosa dice? Io lo sento nel cuoricino: “sto bene, sto bene! Mi dispiace Luca che stai così male! Io qua mi sto divertendo tanto con tutti i miei amici ciucci! E col gioco che ti ha dato la fatica ti stai divertendo? Lo sai che l’ho scelto io per te? Andiamo a prendere un po’ questo giochino?!”

E magari con la connessione del giochino e del ciuccio, con le tue parole sicure, calme, amorevoli e balsamiche lo tranquillizzi come in qualsiasi altra situazione e per qualsiasi altro “capriccio”.

Quindi se ci saranno delle resistenze iniziali è naturale che ci siano e le potrai affrontare come qualsiasi altra situazione.

Se vuoi approfondire come affrontare le reazioni e i “capricci” dei bimbi, puoi leggere questo articolo: Guida completa per i Capricci dei Bambini (se li ignori si moltiplicano)